Alle 8 del mattino il termometro sfiora già i 30 gradi a Torino, li accusa anche il Po, mai così basso da 70 anni, qui in centro città, prima ancora che cominci l'estate il grande fiume già boccheggia con il 72% di portata d'acqua in meno; le Alpi hanno già esaurito le esigue scorte di neve e l'allerta siccità nel nord-ovest da arancione lunedì diventerà rossa, il massimo livello. Qui siamo a Chieri, a due passi da Torino, e questa autobotte sta rifornendo l'acquedotto, nelle frazioni alte l'acqua è esaurita. La Regione Piemonte, corre ai ripari, chiede lo stato di calamità naturale e apre un tavolo di crisi permanente per fronteggiare questa emergenza. "Al momento abbiamo 170 comuni in Piemonte che hanno già fatto ordinanze di uso consapevole dell'acqua, che vuol dire un utilizzo che deve essere finalizzato agli scopi alimentari e non agli altri scopi che comunemente si fanno, abbiamo però solo dieci casi in tutto il Piemonte in cui c'è stato il razionamento notturno, cioè in cui di notte non è stata erogata per riempire le vasche per l'utilizzo giornaliero." La penuria d'acqua in questo momento penalizza soprattutto l'agricoltura, a rischio le coltivazioni di riso, mais e frutta." Ad oggi siamo già ad un danno del 20% per i foraggi e ad un meno 10% per quanto riguarda il grano, se ci va andrà avanti così la situazione purtroppo perderemo completamente quella che è il mais, un danno del 100% perché ad oggi, la metà di giugno, non potere irrigare il mais vuol dire perderlo completamente.","Credo che la prima fare se quella di rilasciare acqua dalle dighe che trattengono acqua e poi applicare tutte le disposizioni che si possono applicare sul deflusso minimo vitale per cercare di dare una boccata d'acqua a un settore che in grande sofferenza oggi.".