Siccità in montagna, i rifugi rischiano di chiudere

"E quest'estate è stata dura, è stata un'estate senza acqua". Al rifugio Magnolini, in Val Seriana, si arriva solo camminando. Durante l'inverno non è scesa la neve, si sciava solo artificialmente. Chiari segnali annunciano la situazione. I laghetti sono ora stagnanti e qui, dove l'acqua non arriva dalle tubature, non resta che riciclare o rinunciare. "Il rifugio Magnolini è un rifugio che si approvigiona con acqua piovana, riempie le cisterne con l'acqua delle piogge e delle nevicate quindi quest'anno è al limite del dell'utilizzo, ha sostiutito normali bagni con i bagni chimici, gli ospiti del rifugio non possono fare docce". "Abbiamo dovuto centellinare ogni singolo utilizzo dalla cucina dai bagni e adesso speriamo che il clima cambi e ci riempia un po' le cisterne. Per la cucina noi adesso stiamo riutilizzando l'acqua, l'acqua di scarto della lavastoviglie per utilizzare i nostri servizi". Il problema riguarda tutta Italia dove diversi rifugi hanno rischiato la chiusura come nel caso del rifugio Gonella sul Monte Bianco. "Quasi tutti i rifugi, in particolare i rifugi Alpini, sono con condizioni di gestione molto attenta e davvero di risparmio dell'acqua, alcuni hanno rischiato la chiusura proprio perché la sorgente, diciamo di approvvigionamento di fatto si è ridotta". "Cos'altro si può fare per ovviare a questo inconveniente, nel caso di siccità prolungata?" "Modalità di gestione diciamo a circuito chiuso dove si possa davvero riutilizzare al meglio le acque piovane, le acque o l'acqua diciamo di scioglimento dei ghiacciai che essendo appunto una risorsa limitata, risorsa preziosa, deve essere usata davvero con questa capacità di riutilizzo". "E qua è dura, è dura e non è mai capitato che anche i malghesi qui in zona hanno difficoltà per il bestiame e speriamo che non ricapiti più".