La primavera è appena cominciata, ma il Po ha la stessa portata d'acqua di Ferragosto, meno 80% rispetto alla media del periodo. Affiora la vegetazione, il fondo qui non dovrebbe essere visibile, ma ci sono fiumi che stanno anche peggio. Il Sesia, in alto Piemonte, soffre un meno 90%. E a questo si aggiunga, che rispetto all'estate, sono molto più leggeri i prelievi da parte dei terreni agricoli per l'irrigazione. Ecco come appare il torrente Chisola, affluente del Po a sud di Torino, risorsa per i campi circostanti. Tutto il nord Italia è a secco, ma è il Piemonte a soffrire di più. Allerta arancione, non piove da 108 giorni. "Parola d'ordine di questo inverno è: anomalia. Questo è il secondo inverno più lungo come periodo di secca e dall'8 dicembre che non piove, è il terzo più caldo degli ultimi 65 anni e tanti episodi di Foehn, di vento forte. Molto anomalo." Queste anomalie hanno causato anche una cospicua diminuzione delle nevicate. Il giacimento bianco che le Alpi riimpinguano in inverno per affrontare l'estate, è quanto mai esiguo. "In questo periodo dovremmo avere 1.800 milioni di metri cubi di neve, ne abbiamo vicino ai 600 milioni di metri cubi. Quindi abbiamo un deficit del 64% di neve e quando si dovrebbe sciogliere, non avremo riserve di acqua dalla neve." E le conseguenze sono già evidenti e gravi. In 21 comuni del Piemonte, sono arrivate le autobotti per rifornire le vasche di accumulo degli acquedotti, in una regione che è sempre stata ricca d'acqua. "Potremmo avere carenza di acqua potabile. Sicuramente, ad oggi, noi guardiamo la scienza, le previsioni, noi non abbiamo previsioni significative di pioggia, di qui alla fine di marzo. Quindi questo marzo si potrebbe attestare sul marzo più secco degli ultimi 65 anni e quindi sicuramente potrebbe impattare anche sulle riserve idropotabili.".























