Quella dell'acqua in Sicilia rischia di diventare una guerra tra poveri. Un piccolo assaggio è quello che è successo alla diga Ancipa che si trova nel territorio di Troina nell'ennese e che serve a pieno regime 5 paesi in via esclusiva e parte della città di Caltanissetta. Adesso, anzi da mesi, il pieno regime dell'invaso non esiste, si è arrivati al minimo storico, tanto che la Cabina di regia della Regione siciliana aveva disposto il distacco della fornitura a Caltanissetta per evitare di lasciare a secco i paesi che si riforniscono esclusivamente dall'Ancipa. Un guasto alla rete idrica nissena però ha costretto la Regione a riaprire il flusso e da qui è scattata la protesta. I sindaci che si riforniscono esclusivamente da questo invaso e che temono di restare con i rubinetti a secco, hanno occupato pacificamente il potabilizzatore, spegnendo simbolicamente un quadro elettrico. In testa il primo cittadino di Troina Alfio Giachino che chiede alla Cabina di regia della Regione di rispettare gli impegni presi con le comunità, che non possono restare senza acqua. "Abbiamo raggiunto il culmine della sopportazione e abbiamo di fatto occupato in maniera chiaramente pacifica il potabilizzatore dell'Ancipa, dal quale si dipartono le derivazioni dell'invaso. La Cabina di regia ha più volte disatteso impegni formalmente assunti nei confronti delle nostre comunità, e cioè di riservare delle quote idriche per noi che non abbiamo altre fonti idriche di approvvigionamento. Scambiare a volte la civiltà di una comunità, l'educazione di una comunità per paura è l'errore più grande che si possa fare. Noi rivendichiamo oggi con forza i nostri diritti." A rispondere il Capo della Protezione Civile regionale Salvo Cocina, secondo cui la protesta non è giustificabile. Si è trattata di un'emergenza, dice in una nota. I lavori di ripristino della rete nissena sono quasi terminati e l'Ancipa a stretto giro tornerà a rifornire i paesi che hanno come unica fonte di approvvigionamento questo invaso.