Siamo sul Po. "Sì siamo sull'asta del fiume Po, a circa 15 km dalla foce, questa è l'opera di presa della nostra centrale di Portesine, un acquedotto che in momenti normali serve circa 30000 abitanti.", "Che situazione si sta vivendo?", "Con la siccità nelle ultime settimane c'è stato un ingresso del cuneo salino dal mare all'interno del fiume questo ha causato un'arrivo di sostanze saline che la centrale nella sua configurazione standard non è in grado di trattare." Troppo sale nell'acqua pescata dall'impianto, la centrale di Ponte Molo è l'ultima lungo il corso del Po; qui la portata del fiume, da settimane, non è più in grado di contrastare la risalita del mare. Il gestore del servizio idrico è stato costretto ad installare questo dissalatore l'unico modo per continuare a garantire acqua potabile nelle case di circa 5000 persone nella provincia di Rovigo; nei comuni di Porto Tolle, Ariano Polesine e Taglio di Po, una soluzione di emergenza non ha precedenti ci spiega il presidente di Acque Venete. "Abbiamo dovuto mettere in esercizio un dissalatore che ha la funzione di attenuare una presenza nell'acqua potabile dei cloruri di sodio." I numeri di questo dissalatore "Normalmente la centrale tratta 100 litri al secondo, con il dissalatore siamo a circa un terzo, 30 litri al secondo per cui limitatamente a 5000 circa abitanti la situazione può essere gestita." Il dissalatore arriva dall'estero, a noleggio, costa 70000 Euro al mese. "L'intera azienda serve oltre 500.000 abitanti per cui se fosse necessario per tutti gli abitanti, gli utenti sarebbe insostenibile sicuramente con le tariffe ordinarie." "Quali sono le prospettive?", "La prospettiva è quella di dismettere la centrale, approvvigionarsi da altre fonti, ma questi sono investimenti straordinari che hanno necessità di essere finanziati e sovvenzionati.".























