Il nostro viaggio nell'acquedotto di Torino comincia nell'opera di presa. Questa torretta che affonda nel Po e dal fiume capta l'acqua necessaria. Subito dopo c'è la sedimentazione nelle vasche per rimuovere i materiali solidi e in seguito ad altri numerosi passaggi fisici e chimici, si arriva alla potabilizzazione, ecco l'impianto che porta al filtraggio e alla disinfezione finale. Ultimo step prima di raggiungere i rubinetti di casa. "L'acqua distribuita nella rete cittadina della città di Torino, proviene per il 70- 75% da acqua di origine sotterranea cioè da pozzi, per un 5% da acqua di sorgente e per un 20% circa da acqua di origine superficiale. Ciè acqua del fiume Po che viene poi potabilizzata negli impianti di potabilizzazione". Qui siamo nella "Control Room" dell'acquedotto, in questo momento il fabbisogno d'acqua richiesto dalla sola città di Torino, è di circa 4700 litri al secondo ma l'acquedotto gestito da Smat, non serve soltanto il capoluogo, bensì 290 Comuni di tutta la provincia. "E' una situazione di estrema siccità, è da 70 anni che non si hanno situazioni equivalenti e quindi noi stiamo allerta, controllando i nostri 290 Comuni, per fare in modo che non ci siano criticità per i nostri cittadini che quindi possono avere sempre con continuità l'acqua. Sono messi peggio i Comuni montani e pedemontani. I Comuni di pianura stanno molto meglio perché noi abbiamo una falda profonda che è molto pingue. Per questi Comuni, sono 80, abbiamo già emesso delle ordinanze per contenere l'uso dell'acqua a livello razionale al livello naturalmente che possa evitare sprechi di irrigazione di orti e giardini, lavaggio delle macchine quant'altro". "Noi ci stiamo organizzando per poter superare una siccità che possa durare ancora per qualche settimana per qualche mese".























