Dopo il braccio di ferro tra Palermo e Roma su rimborsi e ristori per gli incendi che la scorsa estate hanno colpito la Sicilia e dopo la proroga sulla presentazione delle domande concesse dal Governo centrale che ha riaperto la discussione sulla dichiarazione di stato di calamità, vista l'insistenza del Governo regionale, soltanto 60 comuni siciliani, su i 120 che hanno subito enormi danni dagli incendi, hanno presentato la documentazione necessaria, e nei tempi previsti, alla protezione civile regionale. Dunque soltanto la metà delle Amministrazioni comunali ha raccolto tutti i dati e i documenti per presentare la richiesta di rimborso. Il motivo ancora non è chiaro e non è che chiaro nemmeno se potranno farlo in un secondo momento. Adesso la palla è passata alla Protezione Civile regionale che sta vagliando le domande presentate per controllare che siano stati rispettati i criteri dettati dal Governo centrale per poter accedere ai ristori. A luglio del 2023 gli incendi, in gran parte di quelli dolorosi, hanno distrutto migliaia di ettari di macchia mediterranea, incenerito intere aziende agricole e mandato a fuoco decine di abitazioni private. Danni per diversi milioni di euro. Adesso, forse, si apre il capitolo dei rimborsi.