Quasi un caso giorno scoperto in Sicilia nel giro di un mese dal nucleo dei Carabinieri per la tutela del lavoro, spesso partendo da segnalazioni anonime. “Da un anno c'è stato il nostro primo servizio in materia di contrasto a indebita percezione del reddito di cittadinanza, e si sono susseguite una serie di esposti anonimi in forma documentale, che sono arrivati presso il nostro Comando e che, in questo momento, sono in fase di accertamento”. In assenza di un organo preposto al controllo diretto di chi percepisce il sostegno al reddito, è questo reparto dei Carabinieri ad effettuare le verifiche nell'ambito delle ordinarie attività ispettive finalizzate a scoprire irregolarità di vario tipo. Incrociando i dati sui lavoratori in nero rilevati nei cantieri edili, ma anche nelle attività commerciali e di ristorazione, con quelli dell'Ispettorato del lavoro, scoprono che nella maggior parte dei casi la dinamica è la stessa: “Marito e moglie non lavorano, formalmente, la moglie presenta domanda per il reddito di cittadinanza per il nucleo familiare e il marito, che magari già prima lavorava in nero, continua a lavorare in nero. Anzi, a volte è lo stesso lavoratore che non chiede al datore di lavoro di assumerlo, ma di mantenerlo in nero proprio per non perdere l'indennità a sostegno del reddito. Chi commette un illecito rischia una sanzione di natura penale, con il carcere eventualmente previsto da uno a sei anni. È chiaro che dovremo verificare come le procure accoglieranno i nostri riscontri investigativi, che sono i primi in questo settore”. Nonostante il rischio di imbattersi in una sanzione o di finire in carcere, il numero di chi commette l'illecito è, secondo le Forze dell'ordine, ben più alto di quanto scoperto finora, e il fenomeno è più ampio. “Nuovi scenari che vanno al di là dell'operaio in nero nel cantiere edile, ma anche del soggetto, ad esempio, che va a pagare la frutta con la carta del reddito di cittadinanza e si accorda con il fruttivendolo per ricevere il denaro contante in cambio di quello che c'è sulla carta, e poi magari va a fare una crociera o va a spenderlo per un telefonino o per qualche altra cosa. Noi aspiriamo acché le persone si ravvedano nel più breve tempo possibile e regolarizzino la propria posizione, perché la norma consente in ogni momento di recarsi presso i CAF, presso gli istituti preposti, per comunicare le proprie variazioni di reddito e di patrimonio di tutto il nucleo familiare”.