Alba alla capanna Regina Margherita il rifugio più alto d'Europa, 4556 metri. Immagini straordinarie nel cuore di tanti alpinisti. Raggiungerla richiede esperienza e concentrazione. Si consiglia una guida perché progredire sui ghiacciai può essere molto rischioso. Scendendo di quota tutto cambia, ma il rischio resta. Anche nell'escursionismo semplici azioni possono salvare la vita, a partire dalla preparazione dello zaino, dove mai devono mancare l'acqua e il cibo, indumenti per proteggersi dalle variazioni atmosferiche. Ce lo spiega Paolo Comune, Direttore del Soccorso Alpino Valdostano, lungo un sentiero, in una giornata esemplare, iniziata con il caldo e finita con un temporale e, purtroppo, anche con la morte di due giovani alpinisti. "Cos'è che ci portiamo dietro? Un guscio, perché non è detto che questo pomeriggio non venga il temporale. Una maglia, l'acqua, in montagna una frontale è fondamentale. Il telefono ce l'abbiamo sicuramente tutti con noi, perché più nessuno va senza telefono, ma che sia carico. Io quando sono in montagna mi porto sempre un power bank, se io devo chiamar soccorso di sera, la batteria è quella che fa la differenza. Telo termico è un telo, leggerissimo, che da una parte riflette il calore, quindi se io ho preso un colpo di calore, mi tiene al fresco, o viceversa, lo giro dalla parte che mi tiene il caldo. Nel mio caso io ho delle scarpe da trekking, vanno bene anche quelle da ginnastica un po' rinforzate, non le ciabatte, perché le ciabatte, possiamo farci male in un attimo. Per andare a fare un selfie, magari lì dove ci sono dei salti di roccia si rischia di scivolarci". E il rischio di colpi di caldo è una casistica che sta diventando anche questa frequente? "Sì, e sono i malori, il malore comprende un po' tutto, comprende il non aver mangiato, il non avere bevuto abbastanza piuttosto che una sincope. Capita anche che magari le persone vi chiamino perché hanno esaurito totalmente le energie. Sì, abbiamo un sacco di chiamate per illesi, parecchi sopravvalutano le loro capacità, si mettono in salite difficili, dove scendere non è possibile, la via d'uscita è solo verso l'alto e quelli lì dobbiamo andarli a prendere. E adesso noi ci siamo allontanati dal sentiero. Se da qua, anziché raggiungerlo nuovamente, prendiamo alle nostre spalle, ad esempio, ci sono dei salti di roccia. Non sono evidenti perché parte degradando pian piano fin quando poi siamo sul salto di roccia. In questo caso qua, se ci dovessimo trovare in quella situazione che non troviamo più il sentiero, non dobbiamo continuare, se non riusciamo a a ritrovare la strada, chiamiamo il soccorso. In un salto di roccia se cadiamo purtroppo può essere fatale, componendo l'112, l'operatore vi può geolocalizzare e vi può dare anche un aiuto. Nel caso di nebbia, se non sappiamo dove andare piuttosto stiamo fermi. Allertiamo le squadre di soccorso, ormai con le app o con i telefonini la geolocalizzazione è semplice. Se arriva un temporale bisogna intanto non mettersi come sembra o come viene spontaneo al riparo sotto una pianta, perché il temporale, il fulmine prende la parte più vicina al cielo. E se abbiamo borracce, robe di ferro nello zaino, le togliamo, mettiamo lo zaino distante da noi e stiamo seduti lì ad aspettare che passi". Salendo di quota, che cosa cambia nel nostro zaino? "Ci sono dei 3000 dei 3500 che in cui ci possiamo arrivare sempre, con percorsi escursionistici, altri invece dove si trasformano in alpinismo. Cos'è che cambia è il ghiacciaio. Se siamo delle persone abituate a camminare non c'è bisogno di niente di più che quello che abbiamo già detto. Magari un piumino sì, perché se io devo aspettare i soccorsi e fa freddo rischio di andare in ipotermia. Progressione sul ghiacciaio prevede l'utilizzo di ramponi, picozza, corda e imbragatura. Perché? Perché ci sono i crepacci. I crepacci sono delle fenditure nel ghiaccio che non vediamo, o meglio alcune le vediamo, alcune no e quindi danno un senso di falsa sicurezza, ma ci sono questi buchi, che sono anche di una profondità di 40 metri. Il soccorso in crepaccio comporta da un punto di vista tecnico, forse uno dei più complicati. Comunque era immersa fino alla vita per cui penso ipotermico. Andare slegati su un ghiacciaio è proprio togliersi ogni chance di, perché l'incidente può capitare anche agli esperti e anche chi fa tutto correttamente, ma se noi abbiamo prevediamo che può succedere, limitiamo le conseguenze. Se sono slegato non posso limitare niente, vado fino in fondo. .























