Fra azione e conseguenza la distanza è siderale. Come dire, ci si assume il rischio senza preoccuparsi delle eventuali ripercussioni. Ecco la sintesi della XVI edizione del Progetto Icaro, tradizionale campagna sulla sicurezza stradale promossa dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma, rivolta quest’anno agli studenti delle scuole di primo e secondo grado. Otto diciassettenni su dieci sono convinti che alla guida trasgredire si possa, o almeno credono di poterlo fare. “Suona all’improvviso il telefonino. Tu stai aspettando una telefonata importante. Cosa fai? ‘Rispondo comunque, anche se sono alla guida’. Noi vediamo che, se confrontate con situazioni concrete, i ragazzi rispondono che infrangono le regole, purtroppo in numeri abbastanza elevati”. “Poi bisogna andare anche verso gli adulti, perché incominciamo a pensare che ci sia la necessità di una rieducazione. Probabilmente, gli adulti vanno veramente ripresi sui comportamenti che si devono tenere e che, invece, loro non rispettano”. Di fronte a situazioni di provocazioni, anche lievi, sulla strada, il 67,5 per cento dei ragazzi interpellati ha dichiarato di arrabbiarsi moltissimo. Sei adolescenti su dieci, invece, ritengono normale guidare stanchi o non rispettare la distanza di sicurezza. Giovani coscienziosi, però, quando si tratta di portare la macchina sotto l’effetto di droghe. In quei casi, il 91,5 per cento di loro si definisce abbastanza o totalmente contrario.