"Let's go Sinner, let's go!" "Let's go Sinner, let's go!" Le sensazioni e l'entusiasmo sono quelli giusti a pochi minuti dall'inizio della finale degli Australian Open. I Carota Boys, i colorati e pirotecnici tifosi di Jannik Sinner entrano carichi a suon di musica nella sala centrale della Nuvola, quartier generale della Lavazza qui a Torino. Da questa piazza l'Italia tifa il suo campione che a 16 mila km di distanza culla il sogno del primo Slam. La sala è piena. Mille posti volati via in poche ore. Ognuno indossa qualcosa di arancione. I Carota Boys, sei giovani amici di Cuneo, che seguono il tennista italiano in giro per il mondo vestiti come quella carota che Sinner sgranocchiò tra un game e l'altro nel torneo ATP di Vienna del 2019, siedono in prima fila e sobbalzano ad ogni punto. Sul 2 a 0 per Medvedev la sala trema ma ci crede ancora. "Contando sulle ore che ha giocato Medvedev può darsi che recupera. La speranza c'è sempre". "Siamo abbastanza tesi ma molto fiduciosi. Samo convinti che se ritrova un po' di lucidità ce la può fare ". Fiducia ripagata. Sinner ingrana e rimonta. Siamo 2 a 2. In piedi si segue l'ultimo punto. L'attenzione squaglia i cuori. Poi parte la festa. "È uno che ha sempre lavorato molto duramente. Questo ha portato oggi a vincere il suo primo titolo Slam. Noi abbiamo fatto del nostro meglio. È la prima volta che si crea qualcosa del genere per il tennis, solitamente per il calcio e quindi mi raccomando seguiteci tutti, Carota Boys per i prossimi eventi come questi".