Tutti colpevoli, i 5 imputati del crollo delle due palazzine ex Ater, ad Amatrice, nel processo di primo grado, sono stati loro e non il sisma dell'agosto 2016 ad aver causato la morte delle 18 persone schiacciate dalle proprie case. Sono il progettista della ditta appaltatrice, che negli anni 70 costruì due edifici gemelli per conto dell'istituto case popolari, l'amministratore, il Presidente dell'istituto, un geometra del genio civile e un assessore del comune. Pene dai 5 ai 9 anni, il giudice Carlo Sabatini ha accolto le richieste del PM e in alcuni casi le ha aggravate, nella prima sentenza sul terremoto di 4 anni fa. Questa sentenza dice intanto una prima verità, che il sisma del 24 agosto 2016 non è affatto un caso eccezionale, se si rispettano le normative tecniche per le costruzioni sismiche i terremoti che normalmente si ripetono sul territorio italiano sono terremoti che gli edifici sono in grado di sopportare, in questo caso non era stato fatto. Contestano il verdetto la regione, l'Ater e il comune di Amatrice, condannati anche loro come responsabili civili e per loro il colpevole rimane uno soltanto. É una sentenza chiaramente che era già scritta, una sentenza che riteniamo non corrispondente a quella che è la verità dei fatti e quindi meriterà di essere adeguatamente valutata, che vedono un esclusivo responsabile, non i 5 imputati condannati, a pene tanto severe, ma un unico imputato che è quello del sisma come tutti sappiamo. In aula alcuni dei parenti delle vittime, la loro commozione sta tutta nelle parole di uno dei legali. Veramente tanto perché la responsabilità era grande, il giudice ha accertato una grande verità, la morte di queste persone sono da addebitarsi responsabilità umane, non al terremoto, erano morti che potevano essere evitate. Morti che potevano essere evitati e che la giustizia, per quanto in questo caso celere, è presente e non potrà restituire ai loro cari.