Amatrice è chiamata la città degli italiani perché se non fosse stato per la solidarietà che si materializzò all'alba di sei anni fa, forse molti di noi non sarebbero qui. Con queste parole Monsignor Domenico Pompili vescovo di Rieti apre la messa in commemorazione delle 299 vittime del terremoto che sei anni fa colpì il centro Italia. "E poi ci sono gru qua e là per vedere dunque bisogna venire, dopo l'estenuante fase iniziale ora è il tempo della ricostruzione, ma per arrivare alla rigenerazione vera e propria occorre venire." Oggi è il giorno del ricordo, del dolore e della memoria; il giorno del silenzio scrive in una lettera agli italiani e agli amatriciani il sindaco Cortellesi con lui, in prima fila, il Ministro dell'Università e della ricerca Maria Cristina Messa, i Presidenti delle regioni Lazio e Abruzzo, Zingaretti e Marsilio, il capo del dipartimento della Protezione Civile Curcio, il commissario straordinario per il terremoto Legnini, il deputato di Fratelli d'Italia Paolo Trancassini e Matteo Salvini leader della Lega. "Tanto difficile, non ho fatto altro che piangere.", "Meglio il silenzio, ci vuole per ricordare tutto quello che è successo.","Ci teniamo che sia ricordo che appunto che ci dia la possibilità, come si dice, di andare avanti.", "Per favore non ci cambiate il commissario straordinario perché dopo quattro, questo è l'unico che è riuscito a fare delle norme per poter far ripartire la ricostruzione." Il centro storico di Amatrice, ancora oggi, sembra una spianata senza anima, un cantiere con ancora poche gru e ponteggi. "Sta partendo, quando però? Sono sei anni che aspettiamo.","Finalmente si sta qualche cosa certo con tutti i problemi del caso.", "Se non ci fosse una speranza sarebbe la fine di tutto." Sei anni sono trascorsi tra innumerevoli lentezze burocratiche, ma ora la ricostruzione è partita: 22700 le richieste di autorizzazione parte di privati per sette virgola sei miliardi di Euro, 361 i cantieri pubblici aperti, altri 365 quelli chiusi, la strada davanti è ancora lunga, ancora di più sarà quella della ricostruzione del tessuto sociale.























