degli esami di controllo e ci dicono sedetevi. la malattia è tornata, noi non possiamo più fare niente. E quindi ci riconsegnano. La BM la Cleme e ci dicono, ci spiace. Andate in Italia e provate a trovare delle altre strade. Torniamo in Italia, Clementina sta malissimo, sembra che muoia, in realtà poi non muore, cerchiamo in giro per il mondo qualcuno che ci possa aiutare, finiamo a New York e stiamo a New York per tre anni. Lì, di nuovo a Clementina fanno un sacco di cose terrificanti. Però nonostante questo la Clemme era una bambina, super simpatica, che voleva vivere a 1000, che ce la metteva tutta, no? Non era proprietaria come noi del suo destino. Però il giorno, no, il mentre lo viveva al massimo. Purtroppo quando aveva quasi aveva appena compiuto 10 anni. La Cleme decide di lasciarci, lasciandoci però ci lascia una missione, ci dice, me lo scrive su un foglietto, mi dice, si certifica che Clementina Nada, adesso non me lo ricordo perfettamente, è la miglior assistente del papa Billy in tutte le cose che lui potrà fare per i bambini e per i ragazzi. Quindi mi dice chiaramente che mi dovevo dare da fare. Io comunque sono e ero una persona che si dava da fare, avevo però, dei lavori, delle imprese, dovevo mandare avanti quelle. Ma siccome in mezzo a tutta questa vita stracomplicata, tutte queste fatiche di questi lavori apparentemente importanti, ma in realtà poi visti da un altro punto di vista assolutamente insignificanti, erano proprio mi f- mi pesavano e basta, decido di fare una fondazione, che si chiama Magica Cleme e che porta i bambini malati di cancro a divertirsi. Poi nel tempo comincio a dismettere tutte le attività che avevo e trasformo un'impresa, in una impresa sociale, cioè che genera soldi ed energia ad altre organizzazioni sociali, e di fianco alla quale mettiamo una fondazione, che è quella da cui parlo, che tutti chiamano bulloni, che è una fondazione che si occupa di ragazzi. E io ora lavoro e vivo in mezzo ai ragazzi come voi, anche come voi, quindi apparentemente o realmente sani, ma molti dei quali invece hanno avuto dei percorsività complicati, perché sono stati malati di cancro, perché magari sono nati seropositivi, perché hanno disturbi alimentari e hanno tutte quelle fatiche e sofferenze che voi ragazzi avete, Per via della nostra società. E quindi io tutti i giorni sto e cerco di far sì che, delle vite che sembrano essere delle vite, Da nascondere o meno importanti o troppo faticose, sia da vedere che da vivere, abbiano un senso e portino un valore, portino un valore a loro stessi, ma portino un valore anche alla società. Perché la società spesso, come succede per esempio sui social o come succede sui media, è vista solo da un punto di vista, no? Punto di vista occidentale, il punto di vista invece dell'altra parte del mondo, punto di vista dei palestinesi, il punto di vista degli ebrei che sembrano che non possano coincidere, ma che sembra, se vissuti dentro da una parte o dall'altra essere totali. E invece ci sono 1000 altre cose da vedere, cose da fare, sfumature da vivere. E e quindi io sto in mezzo a dei ragazzi che mi fanno vedere delle cose che altrimenti non vedrei, e che io cerco di far sì che loro possano essere un motore, attraverso il quale altre persone, ma anche aziende, Possano vivere delle esperienze, dei punti di vista, del senso che altrimenti non vedrebbero perché, come facevo io da ragazzo, si corre e non si vede il bosco che si è intorno. Si guarda davanti, si fa il tempo migliore, ma non si ascolta quello che ci succede e quello che magari è un po' lo straordinario della vita. Questi ragazzi fanno delle cose che altrimenti non avrebbero mai fatto. riescono a ridare un senso e un valore alla propria vita. Anche la la vita dal punto di vista della salute migliora, perché comunque, quello che diventa un obiettivo di vita, un senso, un orgoglio della propria vita fa sì che tutto in dentro e intorno a sé possa migliorare. E quindi cose che sembrerebbero impossibili accadono. Apro una parentesi, noi facciamo tantissime cose con Sky e la cosa, come come con tante altre aziende, la cosa meravigliosa è che attraverso una piccola porticina, attraverso la quale magari abbiamo incominciato a mettere il naso, abbiamo cominciato ad avere delle relazioni, dell'affetto, delle interazioni che poi esplodono in relazioni meravigliose, in opportunità, sia per noi sia per gli altri. Adesso vi faccio vedere uno dei nostri ragazzi che lavora all'interno di una redazione, scrive newsletter, scrive sul giornale. Noi abbiamo un giornale che si chiama il bullone, andate a vederlo su, su internet. È un giornale che non racconta co-, l'attualità, ma racconta storie, non di persone malate, racconta storie di persone che possono essere stimolanti, illuminanti. E adesso vi faccio vedere Cristiano. Che è partito l'altro ieri dal paesino della Calabria e vuole attraversarla tutta per arrivare a Reggio Calabria con questa meravigliosa bicicletta. Ciao sono Cristiano, e sono il brigante nel bike. um Questo viaggio che avrà luogo nell'Appennino calabrese, um Sarà una sfida molto ardua e proprio per tal motivo, um nei mesi passati ho seguito un allenamento molto arduo. um Nei giorni di di bel tempo usavo lambici, mentre nei giorni più prendi mi allenavo con una cyclette più per rimborsare la parte alta del tronco. Mhm. Cristiano è partito l'altro ieri. Ha questa handbike dove lui è sdraiato, lui ha una treta tetra paresi spastica, non può muoversi, può muovere solamente un po' le braccia e quindi può, manovellare in maniera tale che la bicicletta, con un aiuto elettrico vada. farà 511 chilometri, 111000 metri di dislivello. E speriamo che arrivi a Reggio Calabria in perfetta forma. Sicuramente la perfetta forma ce l'ha mentale perché, Come capita spesso, quando una persona magari è in difficoltà, chiede aiuto, no? Perché comunque io sto male, perché io non mi riesco a muovere, perché c'ho le gambe che non funzionano, perché ho avuto una malattia grave, mi dovete aiutare. Io sono una persona da aiutare e invece quello che cerchiamo di fare noi è dirgli che lui è una persona che si deve aiutare. Lui è quello che per primo deve tirar fuori l'energia, deve tirar fuori la forza, deve usare il proprio coraggio, perché il primo passo, quello stacco dal.in cui, No, non riesci a trovare gli appigli perché magari sei fermo, quel primo passo a sinistra, magari indietro o di fianco, per cercare dei nuovi apili devi fare tu. Solamente tu puoi farli, perché le persone Non stanno sempre di fianco alle persone che fanno fatica e hanno ragione. Ci deve essere una reciproco aiuto. Non ci può essere solamente una richiesta di aiuto. E questo è quello che cerchiamo di raccontare alla fondazione, quindi qui dentro tutti i ragazzi ce la mettono tutta e fanno delle cose straordinarie. Grazie. .