Sky Inclusion Days, i valori dello sport

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21 giorni fa

stato un grande supporto sia agli allenatori che alla mia famiglia e anche il sacrificio secondo me è un è un aspetto importante per, per lo sport, senza sacrificio non s'arriva da nessuna parte. E senza avere un obiettivo ben preciso nella testa, anche questo credo che sia, mi mi abbia comunque aiutato molto a raggiungere quello che poi sono sono arrivato a a a raggiungere insomma nella mia nella mia vita, quindi passione, um sacrificio, um lavoro, umiltà, questi credo che comunque siano dei pilastri importanti che mi hanno aiutato nella mia carriera. e che vale come dicevi tu per lo sport, ma anche per qualsiasi altra passione nella vita. La differenza è che lo sport li porta con sé per forza, sono irrinunciabili, se vuoi. davvero misurarti e superare i propri limiti e su questo vorrei soffermarmi con te per raccontare un'esperienza che stai portando avanti adesso conclusa la tua, diciamo carriera professionista che si tratta quella degli azzurrini Academy. Sì. Allora, lo riassumo io però poi vorrei che raccontassi tu, cioè tu hai costituito un'accademy, quindi una squadra di calcio, dove a giocare sono dei ragazzi che sono nello spettro dell'autismo però ad altri. funzionamento oppure con una lieve disabilità intellettiva. Innanzitutto com'è stato creare questo progetto? Che cosa siete riusciti a realizzare, in che modo i ragazzi interagiscono tra di loro perché non diamolo per scontato, proprio uno dei problemi dei ragazzi che sono nello spettro dell'autismo è l'interazione e la vicinanza con gli altri. Nel calcio sappiamo che il contatto c'è molto. Assolutamente sì, no, è un progetto che è nato cinque anni fa, più o meno ci sono stati due tre anni di sperimentazione sul territorio di come provincia, è è nato comunque già da un progetto che era esistente e poi un amico psicologo sportivo mi ha detto perché non mi dai una mano a, abbiamo sempre più casi di ragazzi um con un lieve aspetto dell'autismo, um che comunque cercano attività esterne a quelle classiche che di solito fanno a scuola o comunque a casa con i propri familiari. um E io subito ho accettato, quindi una volta a settimana, um questi bambini e bambine dai sei sette anni fino ai 14 15 anni vengono una volta a settimana a fare allenamento di calcio, um all'interno del mio centro sportivo in provincia di Como. um diciamo è nato, Non dico assolutamente per gioco, ma è nato così all'improvviso, um per dare una mano sul territorio e oggi siamo arrivati a 24 bambini, bambine, due squadre, um si chiamano Azzurrini Academy perché Azzurrini, un po' rappresenta la maglia della nazionale, la maglia del calcio Como che che è azzurro, dove sono io cresciuto e nato, e vediamo che ogni giorno i bambini e le bambine crescono um soprattutto a livello sociale. um Ci sono stati dei dei bambini che all'inizio facevano fatica a entrare nella porticina del campetto, recintato, poi il secondo allenamento facevano cinque metri più avanti, alla fine, giocano come tutti gli altri socializzano in una maniera incredibile. Questo credo che, sia anche un po' una, diamo un po' anche un senso di leggerezza alle famiglie perché sono poche le realtà che che danno una mano a questi a questi ragazzi. E insomma noi attraverso lo sport, attraverso il calcio, gli diamo anche un momento di leggerezza e serenità e anche un secondo me è importante un senso di identità, perché loro comunque si sentono parte di una di una squadra, di una famiglia, di un progetto e questa è una cosa meravigliosa secondo me. Federico, approfitto della tua presenza per fare una domanda anche a te su questo argomento, um poco fa su questo palco, abbiamo sentito un lanciare un'idea molto interessante che era quella oggi abbiamo le Olimpiadi e le Paralimpiadi. Le Paralimpiadi di quest'anno sono state tra le più seguite di sempre. Ma perché ci si chiedeva poc'anzi non fare un'Olimpiade che sia davvero inclusiva e che metta insieme le due esperienze. Tu come direttore di Sky Sport, come commentatore di Olimpiadi, che cosa ne penseresti? Secondo te è una idea fattibile? Allora. Ci sono secondo me 22 aspetti da considerare e e sinceramente in questo momento no- no- non saprei quale scegliere. Da una parte c'è la um necessità e i numeri lo dimostrano di al di là degli aspetti organizzativi che non vanno negati. E sarebbe molto molto difficile organizzare una cosa, Con tu- con ancora più um più um atleti partecipanti, dal momento che proprio per questo motivo alcune volte si tendono a togliere delle discipline, per non appesantire un'organizzazione che è molto molto complessa. Però lasciamo da parte questi aspetti, facciamo conto che si possa fare. C'è un un una una um un problema legato alla visibilità. um È vero che un'Olimpiade e una paralimpiade insieme sarebbe più inclusiva, ma è altrettanto vero? Ed è innegabile, se vogliamo essere um molto pratici, non parlare di cosa dovrebbe essere, ma di cos'è, che probabilmente molti atleti paralimpici di cui abbiamo apprezzato le storie, di cui per cui abbiamo tifato, perché questo è il bello, cioè non guardare alle Paralimpiadi come qualcosa di ah vabbè, um guardiamoli perché vogliamo fare un favore? No, perché ci siamo appassionati alle storie di sport, perché è sport, ecco, um La divisione consente di dare maggiore visibilità, senza che magari qualche competizione co- con maggiore tradizione e e e e con maggiore spazio, possa schiacciare la visibilità di questi campioni. Quindi c'è questo aspetto, se vogliamo um se um è è u- è una, è una vicenda certamente che potrebbe essere molto affascinante, però consideriamo anche la dignità, della Paralimpiade in quanto paralimpiade singola in quanto grande evento sportivo. Questo è un punto molto importante, però come dire oggi abbiamo voluto aprire il dibattito perché è un dibattito certamente necessario e anche interessante. Non vanno considerate le posizioni e io anche non ne ho una precisa, a parte pormi dei dubbi insomma. E infatti andremo avanti anche a raccogliere anche altre opinioni, oggi come anche nei prossimi giorni, però adesso lascio a Fefè il come dire la possibilità di fare domande al nostro campione e poi lasciamo soprattutto ai ragazzi direi Federico se sei d'accordo. Io con la prima poi lasciamo loro. No, l'aspetto che mi sembra interessante tra i tanti di di Gianluca, ragazzi, molti di voi non hanno mai visto. Un mondiale, penso, un mondiale con l'Italia in campo, nella vostra ne- nella vostra storia. Speriamo che vediate nel 26. Qui vicino a me avete u- 11 campione che invece il mondiale l'ha vinto e ha alzato la coppa da titolare, um in Germania nel 2006. Su una cosa la faccia più triste quando hai detto. Molti di loro non avevano mai visto l'Italia ai mondiali, la faccia più triste era delle ragazze che rispetto ai ragazzi perché poi il tifo è diventato veramente è è così no, è è uno dei dei delle cose negative certamente che si è portato dietro questa fase del del calcio italiano. um Hai vinto um scudetti, trofei con le maglie, tra le altre, perché ne hai vissute anche altre, però dove hai vinto? Juventus, Milan, Barcellona. La cosa che forse i ragazzi non ricordano della tua storia è che non solo hai vinto, ma hai anche perso tanto come- come capita tutti i campioni, no? Un ricordo una finale di Champions, dolorosissima ai rigori per per te, che giocavi nella Juve, um lo stes- con la nazionale anche sembrava che non riusciste mai a arrivare, a vincere con la vostra generazione straordinaria di di campioni. L'altro giorno um sabato dopo la vittoria contro l'Inter, Luis Enrique ha applaudito gli sconfitti. Dicendo, vi ringrazio e vi stimo perché siete rimasti fino alla fine della premiazione per applaudirci. E questo è un segno di rispetto raro perché è facile saper vincere, ma è difficile saper perdere. Ti chiedo che cosa ha insegnato a te la sconfitta e che cosa pensi di quello che ha detto Luis Enrique? Mah allora um come hai detto tu giustamente ma um i i dati sono dati reali, e questo ricordo anche delle parole di Paolo Maldini, che anche lui ha sempre detto io ho perso di più di quello che ho vinto, ma è la verità. um insomma nel calcio, nella vita, nello sport si vince e si perde, ma io ho sempre imparato molto di più dalle sconfitte che dalle che dalle vittorie, perché le sconfitte comunque, um Ti aiutano a capire dove hai sbagliato a non ripetere più lo stesso errore la la volta successiva, lo sport ti aiuta anche perché, come nel calcio, io parlo in generale nel calcio, hai la possibilità di giocare ogni tre giorni, ogni ogni sette, quindi, um io cercavo se nella partita precedente avevo fatto una, una partita sbagliata o avevo fatto male, cercavo nel miglior modo possibile durante la settimana, Di non ripetere quegli errori e di cercare di fare una prestazione, um eccellente il la la la la partita dopo. Quindi io ho imparato mo- molto di più dalle sconfitte e secondo me, um bisogna anche accettarle um quando anche per esempio, come è successo, con l'Inter sabato sera l'avversario è molto più forte è molto più forte di te. um Quindi um secondo me l- le sconfitte nello sport e in generale nella vita, così come i fallimenti sono fondamentali. um perché comunque t'aiutano a crescere, t'aiutano comunque, a trovare anche risorse esterne attraverso l'aiuto dei compagni, attraverso l'aiuto dei familiari, attraverso l'aiuto degli amici. Quindi quando uno è in difficoltà io dico sempre, cercate di avere un supporto esterno che sia il miglior amico, che sia il genitore, che sia la, la il docente, che sia la maestra, che sia il mister, insomma andate e cercate aiuto se siete in difficoltà, perché credo che sia fondamentale avere anche un qualcuno che ti aiuti, dall'esterno, perché poi è anche difficile da solo superare le difficoltà. E quindi io dico, sono fondamentali per me le sconfitte, sono state fondamentali perché um per raccontare un a- un aneddoto, io sono arrivato son passato nel 99 dal Bari, Al alla Juventus, primo anno in una squadra insomma top club che, um a- aveva delle delle diciamo giocava per vincere um su ogni competizione. Io arrivo, um scudetto perso all'ultima giornata Perugia, famoso Perugia del um l'acquazzone di Perugia, quindi perso all'ultima giornata il mio primo anno di s- di di Sierra con la Juventus. Vabbè um e- elimino completamente l'accaduto, vado all'europeo, il mio primo europeo del 2000, Belgio Olanda, la mia prima esperienza e convocazione di un torneo importante con la maglia azzurra. um Finale con la Francia, perso il golden goal di David Tgu. Loro non lo sanno neanche più cos'è il golden goal. Una volta è capitato che qualcuno ha vinto il Golden goal contro l'Italia, era il 2000, il golden goal era que ai supplementari il primo che segnava vinceva la partita non si andava più avanti. Tet per la Francia segnò, um e l'Italia quell'anno lì. L'abbiamo beccato noi, però per dire, um Arrivo, io sono stato um venni espulso nella semifinale contro l'Olanda, quindi non giocai la la finale. Perso l'Europeo all'ultimo minuto in pratica perché poi uno a uno vin- vincevamo uno a 0 fino al novantatreesimo, fecero gol loro al novantaquattresimo e perdemmo poi col golden goal, quindi altra batosta, um con la nazionale. Vabbè anche lì cancello l'accaduto, vado alle Olimpiadi con la nazionale a Sydney 2000, mi faccio male al menisco, vengo operato al al ginocchio, quindi un anno orribile, tremendo. E se comunque tu non hai la forza di volontà, non hai comunque l'aiuto di chi ti sta di vicino, comunque è difficile superare, Quei momenti, però quei momenti ti servono anche per diventare più forte, crescere e far crescere l'autostima in te stesso, imparare da dagli errori e migliorare giorno dopo giorno. Anche perché ricordiamo, dopo quelle sconfitte poi hai vinto una Coppa del mondo che quindi. ha ripagato. Ragazzi, chi vuole rompere il ghiaccio qui invece? Ecco. Come ti chiami? Luca. Ciao Luca. Buongiorno. Voi calciatori dovete scegliere due volte cosa fare della vostra vita da grandi. La prima quando intraprendete la strada del calcio e la seconda fine carriera. Volevo chiedere quindi un consiglio per noi giovani che dobbiamo affrontare ora queste scelte per il nostro futuro. um Bella bellissima domanda, grazie, grazie Luca. um allora um allora per quanto riguarda la mia storia personale um, um Diciamo. Per la parte legata al calcio, quando io sono sono stato ero ragazzino come come voi, ero un ragazzo come voi, um chiaramente è stata una una scelta, um oculata con l'aiuto anche dei miei genitori, nel senso che, come ho detto prima, io andavo a scuola come voi alla mattina, studiavo, e poi il pomeriggio, tutti i giorni, tutti i pomeriggi andavo ad allenarmi. Ma questo senza um diciamo la la la forza di volontà, senza comunque un obiettivo che avevo nella testa, che era quello di diventare comunque un giocatore professionista, e- esordire in serie A o con la maglia della nazionale. Ed avere comunque una grande passione per quello che facevo, um magari meno per quanto riguarda lo studio, ma chiaramente più per la parte legata al calcio, io sono riuscito a raggiungere tutti e due gli obiettivi, perché io mi sono diplomato in un liceo statale, um un Iis, quindi era setificio come perito tessile, quindi io sono riuscito a diplomarmi, studiando per quello che riuscivo a fare, e in più sono riuscito comunque ad arrivare ad esordire in serie A. Quello che ti posso dire come dare come consiglio um è credere in te stesso, in tutto quello che fai, metterci la passione, quindi se te, um hai delle passioni coltivale um e portale avanti, però non tralasciare lo studio, perché lo studio comunque ti dà la possibilità, di comunque avere 11 orizzonte futuro, um importante. um Quindi per per me è stato è stato così, ho portato avanti tutte e due le strade e poi comunque ho dovuto scegliere. E e cerca comunque di di avere al tuo fianco gente che ti vuole bene, che che magari tu 6, credi in loro, ti diano fiducia e questo potrebbe essere, potrebbero essere i tuoi genitori, come potrebbe essere la tua ragazza, la tua compagna, il tuo compagno o i tuoi amici, insomma e questo credo che mi sento di di di darti come consiglio. Vediamo se Abbiamo il tempo ancora per sopra sopra e soprattutto, come dicevo prima, non mollare le prime difficoltà perché poi è è facile, quindi bisogna essere, bisogna avere la forza di volontà di non mollare le prime difficoltà. um se reagisce a quelle vedrai che comunque crescerai sempre. Come ti chiami? Kevin. Buongiorno, che ricordo ha dei giorni in cui avete vinto la Coppa del mondo? No scusami non ho capito. Che ricordi ha dei giorni in cui avete vinto la Coppa del Mondo? Mah guarda sono- sono ricordi che ancora oggi um trovo un po' dappertutto, nel senso che oggi abbiamo ancora um ma non credo solo io, ma anche tanti di noi che hanno vinto quel mondiale, c'è ancora gente che ci ringrazia per per quella coppa vinta. um perché credo che in in quell'occasione abbiamo, abbiamo dato delle delle delle gioie indescrivibili, quindi um per noi è stata una um, una Un obiettivo importante e una gioia che poi ci porteremo sempre fino fino alla nostra, Morte la mia morte perché comunque um quello che dico sempre, se tu guardi um lo stemma dell'Italia, oggi sono quattro stelle, ecco una stella, um di quelle l'abbiamo vinta noi, quindi 3438822000:06 vuol dire che comunque siamo, um abbiamo fatto la storia dell'Italia, abbiamo una grande responsabilità um e e e abbiamo dato una gioia indescrivibile a a tanta gente, Che ci ha sostenuto fino fino alla fine, quindi rimarrà sempre nel nel mio cuore e nella mia e nei miei ricordi. Abbiamo tempo ancora per una domanda. Poi Sara pensa che per quasi tutti quei giocatori, quella è stata l'ultima occasione per vincere, per quasi tutti poi non sono più stati nazionali e non avevano più l'età. Quindi per dire, come diceva lui, non mollare mai, hanno vinto l'ultima occasione possibile. Ma poi è uno di quegli eventi dove tutti noi ci ricordiamo esattamente dove abbiamo visto quella partita, come l'abbiamo vissuta, l'emozione di quella serata incrivibile davvero. Buongiorno, um si parla spesso di fair play dentro e fuori dal campo, quindi le volevo chiedere qual è il gesto sportivo più memorabile a cui le è capitato di assistere? Come ti chiami? Corrado. Grazie Corrado. allora Lo sportivo che poi um che io ho ammirato, vuoi sapere questo, lo sportivo che più ho ammirato io nella mia carriera in generale? allora Io ho un bellissimo ricordo e l'ho incontrato, poche settimane fa alla finale di Coppa Italia, Roberto Baggio, non so se tutti conoscete chi è, chi è Roberto Baggio. Farei un applauso anche Roberto Baggio eh. Roberto Baggio è stato uno dei più grandi numeri 10 um italiani um che ha f- ha fatto una carriera straordinaria, ma è stato uno dei più grandi fantasisti, um del calcio mondiale. um Lui era era il mio idolo da da ragazzino avevo il suo poster in camera da letto, è chiaro che non ho per-, non ho fatto lo stesso percorso suo, non avevo la s- il suo talento, ma diciamo ho avuto lui come, come idolo e l'ho incontrato, ho avuto la fortuna di giocarci insieme, in Nazionale, una delle ultime sue partite a Genova quando ha dato l'addio. um e per me era, non lo ricordo ancora, l'esordio mio nel febbraio del 99, esordio nazionale a Pisa contro la Norvegia, um io avevo 22 anni. Prima volta che la mia prima partita in nazionale arrivo e c'è Roberto Baggio. E um io feci una settimana prima un'intervista con la Gazzetta dove comunque raccontavo che Roberto Baggio era il mio idolo, che avevo il suo poster in camera da letto, nella cameretta, um l'avevo visto a USA 94, Italia 90, insomma, era per me, insomma un la l'avevo lì sul piedistallo. Arrivo nello spogliatoio um di Coverciano e insomma la la la la grandezza del del del personaggio, della persona di di Roberto Baggio arriva da me, io ragazzino di 22 anni, prima partita in nazionale, mi ringrazio Zambaro, Ti ringrazio per le belle parole che che hai fatto che che hai detto nell'intervista della Gazzetta, grazie veramente, quindi è stato lui che è venuto da me, io ero appena arrivato Roberto Baggio che mi ringraziava. Questo è per dire la l'umiltà del del della persona, della. Dal dal grande personaggio e dei valori che comunque ha avuto e ha Roberto Baggio tuttora, infatti ogni volta che, che lo vedo mi commuovo e mi ringrazia mi ringrazia sempre, per me è stato comunque 11 esempio, non solo in cal-, non solo dentro al campo, ma soprattutto fuori dal campo perché era l'esempio dell'umiltà fatta in persona. Grazie. E ringraziamo noi. Gianluca Zambrotta per questa bellissima testimonianza, grazie. È stato un piacere averti qui sul palco degli Sky Inclusion Days. .

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