Un uomo che si rifiuta di sedersi accanto a una donna di colore su un volo per Londra davanti a un personale di bordo che resta lì, a guardare, spettatore disinteressato. O quel "non mi siedo vicino a una nera" urlato dentro la carrozza numero 8 del Frecciarossa Milano-Trieste da una donna che non sopportava di avere al suo fianco una ragazza di 23 anni di origini indiane. Poi c'è quel lungo monologo su Facebook, da oltre un milione di clic in pochi giorni, su "quando i neri erano i meridionali". Una riflessione originale su chi siamo oggi o forse in fondo chi siamo sempre stati. Un proiettile, un pugno, un post, un insulto. Non sono solo i gesti estremi che vanno combattuti ma le quotidiane insofferenze rispetto a ciò che consideriamo diverso. Che pensiamo possa minacciare quelle che noi fino a quel momento ritenevamo certezze. Forse allora sarebbe più giusto chiederci non di chi abbiamo paura ma di chi dovremmo aver paura. La risposta non chiediamola al passeggero di fianco. Quella risposta siamo noi.