L'emergenza, purtroppo, per molti è business. A presidio dell'ingresso c'è l'esercito. La merce, all'interno del cancello, è al momento, probabilmente, la più preziosa in circolazione perché in quest'enorme magazzino, di proprietà dell'Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco, da un paio di anni utilizzato come struttura di stoccaggio dalla Protezione Civile, ci sono tutti quei presidi di sicurezza al centro di polemiche per la scarsità nei rifornimenti. Questi sono quelli destinati alla Regione Lazio. Dalle mascherine ai respiratori, tutti i dispositivi di sicurezza, che poi vengono inviati agli operatori sanitari, arrivano in questo magazzino della Protezione Civile, da qui poi vengono smistati secondo quelle che sono le esigenze dettate dall'Autorità Regionale per la Sanità. Ecco la lista delle distribuzioni da fare in giornata, distribuzioni affidate ad una fitta rete di volontari. La forza della Protezione Civile in tutta la Regione non conta più di 40 dipendenti. Stiamo facendo il possibile, anche affittando aerei, per portarli qui da noi e poterli mettere a disposizione. A questo va anche aggiunto un problema serio legato ai vettori di trasporto. In questo momento trovare i metri cubi disponibili su aerei cargo diventa una sorta di lotteria, e stiamo lavorando tutti su questo fronte. La merce arriva in continuazione, rapidamente viene trasportata ovunque nella Regione. Spesso le destinazioni sono già identificate sui colli da trasportare. La Regione Lazio sta dando in distribuzione, a tutti i comuni del Lazio, un quantitativo di mascherine non per operatori sanitari, ovviamente, ma per quanti, anche nei più piccoli comuni, stanno ancora garantendo quei servizi essenziali che sono comunque fondamentali per avere una vitalità amministrativa delle comunità. C'è una bolla di trasporto con quello che viene inviato che deve essere convalidata all'arrivo da chi ne usufruisce, certificando così che tutto è stato effettivamente consegnato. In questo magazzino ci sono quindi mascherine, comprese le più ambite (FFP2 ed FFP3), ci sono tute di protezione e ci sono quintali di disinfettanti, ci sono le tende per ulteriori triage, ci sono i respiratori e ci sono anche gli aiuti ancora da smistare e quelli russi già distribuiti, quelli cinesi e indiani lo saranno a breve. Le donazioni, al di là della quantità, hanno un valore inestimabile, perché comunque sono il frutto di una sensibilità pura e sincera. Una certezza su tutte è quella che il mercato di riferimento rimane la Cina. Altri Paesi hanno chiuso le dogane per queste merci, come nel caso della Polonia, dove addirittura le mascherine già pagate non sono mai state spedite. La Cina, che è il più grande produttore al mondo, è chiaramente subissato di richieste a livello planetario sull'unico mercato che è in grado di avere una produzione massiva, ma noi il problema ce l'abbiamo oggi e dobbiamo risolverlo oggi.