Milano è soffocata dallo smog. I livelli di polveri sottili sono sopra la media consentita dal 5 gennaio, ma il trend negativo è iniziato lo scorso 27 dicembre, così il Comune ha deciso di far scattare misure temporanee di secondo livello, con due giorni d'anticipo su quanto stabilito dalla delibera regionale. Alta pressione, la quasi totale assenza di vento e le poche piogge non aiutano a migliorare la situazione in città. I divieti riguardano i veicoli privati Euro 4 e commerciali fino ai diesel Euro 3, dalle 08:30 alle 18:30. Stop anche ai generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa. Misure secondarie che si aggiungono a quelle permanenti in vigore tutto l'anno e a quelle temporanee di primo livello. Riscaldamenti nelle abitazioni private abbassati di un grado, divieto assoluto di combustioni all'aperto tra camini, fuochi d'artificio e barbecue. “Questo anticipo non è destinato a produrre risultati significativi. Inoltre c'è già un quadro di misure attive”, ha commentato l’assessore regionale all'ambiente e clima Raffaele Cattaneo, mentre difende la scelta di Palazzo Marino l'assessore alla mobilità per il Comune di Milano Marco Granelli. “La sequenza di superamenti dei livelli limite di PM10 nell'area è allarmante”, ha ricordato. “Per questo abbiamo deciso di anticipare il protocollo”. Di fatto, nonostante le misure in vigore che limitano la circolazione stradale, dal 3 gennaio in città il limite per il PM10 è stato superato nove giorni su dieci tra il 4 e il 13 gennaio. La situazione peggiore si registra in centro, dove la centralina di via del Senato ha segnato livelli superiori ai limiti consentiti, nonostante dal 7 gennaio del 2019 sia stata istituita un'area B di accesso alle auto.