C'è tanta tecnologia oggi in una tuta spaziale chiamata a garantire comfort e sicurezza in condizioni sempre più estreme. Progressi di cui si è parlato a Bari nel workshop organizzato dal Politecnico in collaborazione col Distretto tecnologico Aerospaziale e che ha avuto tra i suoi relatori l'astronauta Roberto Vittori. "La tuta spaziale è un po' come la macchina. Quando usciamo prendiamo la macchina, andiamo l'astronauta che esce ha bisogno di questa tuta molto particolare. Si chiama tuta extraveicolare, sarà un po' il futuro della mobilità e il tema della mobilità terrestre, il tema della mobilità lunare sarà per l'appunto per tramite di questo oggetto molto tecnologico, molto performante. È uno sicuramente dei futuri business. Negli Stati Uniti per vari motivi stanno in questo momento abbassando la guardia. Nel senso non si stanno concentrando, quindi è un tema che noi come Italia potremmo riprendere. Il posto migliore per iniziare è l'università". Proprio dall'università, per esempio, arriva EMC, la tuta spaziale che riproduce anche in assenza di gravità lo stesso stimolo muscolare sul corpo umano. Realizzata dalla startup pugliese Rea Space in collaborazione con il Politecnico di Bari. "Lo spazio è un'opportunità, un'opportunità per fare business per le nostre aziende, è un'opportunità per sviluppare tecnologie che possono aiutare l'uomo a vivere meglio anche sul pianeta Terra. Noi, in qualche modo al Politecnico di Bari vogliamo provare a giocarla nel nostro piccolo, a dare un contributo sostenendo le start up innovative, sostenendo i player a livello internazionale, cercando di costruire dei rapporti con gli Stati Uniti, con le aziende americane che in qualche modo in vari ambiti sono già impegnati in questi settori". .