Spiagge, gestori veneti: ok gare ma valorizzare investimenti

"Spero di non... di non perdere la concessione, però credo che sia giusto partecipare alle gare, che sia una concorrenza". Da oltre 40 anni Amorino De Zotti gestisce lo stabilimento Manzoni. 32 mila metri quadrati per 1800 ombrelloni sulla spiaggia di Jesolo. Nel 2024 quando per effetto della riforma delle spiagge demaniali varata all'unanimità dal Governo per evitare la procedura di infrazione Europea si procederà per gare, potrebbe perdere la concessione. "Le posso chiedere quanto paga di canone annuale?". "Allora 413 metri di fronte, paghiamo 40 mila euro alla stagione". "E quanto fatturate?". "Fatturate...fatturiamo, io parlo del mio... del nostro stabilimento, 1 milione di euro". "È un bel incasso, secondo lei è un canone equo quello che paga?". "Ma, io credo che il canone potrebbe anche essere rivisto però tenete conto che il modello Jesolo è un modello del tutto compreso". "La nostra preoccupazione riguarda soprattutto la scarsa, forse tutela del sistema ricettivo dell'Alto Adriatico, che ha certamente delle specificità diverse dal resto della costa italiana. Quando parliamo di queste peculiarità intendiamo il fatto che per noi la spiaggia è un annesso dell'offerta turistico ricettiva, quindi il concetto del tutto incluso per noi è sempre stato il cardine della nostra offerta". In Veneto sono 700 le concessioni demaniali, nella quasi totalità dei casi si tratta di aziende a gestione familiare. Ok alle gare dicono gli imprenditori, premiando però gli investimenti fatti, l'occupazione e l'identità territoriale. "La fotografia della balneazione attrezzata a livello nazionale è molto differente, ci sono sensibilità e realtà differenti da una regione costiera ad un'altra. In alcuni casi sicuramente è inevitabile un adeguamento dei canoni, ma abbiamo anche le situazioni opposte, ovvero dove ci sono dei canoni che sono addirittura più alti rispetto a quella che è la redditività magari di piccole concessioni".