Resta in carcere Walter Biot, il militare di Marina arrestato il 30 marzo scorso per spionaggio, accusato di aver passato documenti classificati ad un funzionario dell'Ambasciata russa. Il Tribunale del Riesame di Roma ha respinto l'istanza di scarcerazione avanzata dal suo legale, che aveva chiesto l'annullamento o in via subordinata l'attenuazione della misura cautelare. Il Capitano di Fregata è accusato dalla Procura di Roma anche di corruzione, una nuova contestazione che si riferisce al ruolo di Pubblico Ufficiale svolto da Biot quando ha ceduto documenti ai russi. Nei giorni scorsi, nei suoi confronti, oltre all'ordine di reclusione disposto dalla Magistratura Ordinaria per il reato di rivelazione di segreti militari, è arrivata anche la richiesta, ottenuta, di misura cautelare da parte della Procura Militare, che ha anche già disposto il sequestro del materiale acquisito dalla Procura Ordinaria. Documenti e supporti tecnologici trovati nell'ufficio di Biot e nella sua abitazione, che dunque restano nella disponibilità di entrambe le Procure. Un doppio procedimento e un raddoppio delle misure cautelari, che dovrà essere presto risolto dalla Cassazione afferma il difensore di Biot, l'avvocato De Vita. Inchieste parallele. Una situazione che, secondo quanto chiarito dal Procuratore Militare, non rappresenta comunque una novità, ma in genere non viene notata semplicemente perché legata a casi che non hanno la stessa rilevanza mediatica.