La dinamica, gli spostamenti, le testimonianze. Tutto nei dettagli, tutto nelle carte. In particolare gli attimi prima della sparatoria. Le telecamere di un esercizio commerciale in via Bartoloni, riprendono il passaggio della Smart con a bordo i due killer e anche la presenza, su quella stessa via, di Valerio Rispoli, Simone Piromalli, i due emissari e anche di Giovanni Princi, l'amico di Luca Sacchi. Secondo la Procura, la mente di quell'affare, 15 chili di marijuana al prezzo di 70000 euro finito in tragedia. Piromalli, in particolare, mette a verbale che la sera del 23 Ottobre di fronte al John Cabot, c'erano tre ragazzi e una ragazza, racconta. Uno di loro si chiama Costanzo Domenico Marino Munoz, nato in Cile, amico di Luca e Anastasia. Racconta che era lì davanti al pub e che ha cercato di fermare l'aggressore di Anastasia, che Luca aveva spinto a terra per mantenerlo lì, e che poi, spaventato, si è andato a nascondere dietro un'auto. Da lì ha sentito lo sparo. Sempre dai racconti di Piromalli e Rispoli che dicono “i ragazzi davanti al pub erano interessati all'affare” aggiungono che avevano loro tutto il compito di stabilire un contatto prima dell'acquisto e controllare che ci fossero i 70000 euro necessari. Quei soldi, che in banconote da 50 euro dentro una borsa qualsiasi pesano come due chili di zucchero, occupando però metà dello spazio. Anastasia ha detto di non sapere che fossero nel suo zaino. Poi Giovanni Princi, l’amico di Luca, con precedenti per droga, quello inserito nel giro, che subito dopo l’omicidio si preoccupa di spostare l'auto di Anastasia. Come gli altri indagati in carcere si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al GIP. Poi ci sono i racconti di chi ha parlato finora, che in parte non coincidono. Chissà se gli inquirenti, che ora stanno analizzando i cellulari dei protagonisti di questa brutta storia, decidano di metterli a confronto.