Non è solo un divario tra Nord e Sud, ma il divario, molto più ampio, è quello tra Italia e Europa. Dopo le affermazioni del ministro dell'istruzione e del merito Giuseppe Valditara, continua a tenere banco il tema dei salari dei professori. Le opposizioni bocciano la sua proposta di stipendi differenziati a seconda del costo della vita delle regioni in cui si lavora, sottolineando, invece, come i compensi dei docenti dovrebbero in primis essere adeguati alla media europea. Peccato non sia così e peccato che la fotografia dell'OCSE sul nostro Paese sia alquanto impietosa. I professori italiani sono i meno pagati d'Europa. Un docente di scuola superiore guadagna infatti la metà di un collega tedesco e olandese. A fare peggio sono i Paesi dell'Est come Estonia, Repubblica Ceca e Polonia, che di certo non hanno il nostro PIL. Ma non è tutto, perché sempre secondo l'OCSE, considerata l'inflazione, gli stipendi di ingresso nella nostra scuola per una famiglia monoreddito, sono addirittura sotto la soglia di povertà. Confrontati poi con gli stipendi di altri laureati che lavorano nel comparto pubblico, scopriamo poi che un docente di scuola superiore ha in media una retribuzione inferiore del 22%. Tema caldo, dunque, con voci discordanti e polemiche, con la preoccupazione che possa essere toccato il contratto nazionale e con il governo, che rassicura sottolineando come la questione dell'aumento delle retribuzioni fosse già presente nel programma elettorale della premier. Eppure, denunciano i sindacati, nell'ultima manovra non c'è un solo euro per il rinnovo del contratto, nel prossimo triennio.