Una scena jurassica: da questo presente digitalizzato riemerge il caro diario, non che sia scomparso del tutto, semplicemente è diventato da custode di segreti e spazio creativo a oggetto scialbo, senza più un senso, da ignorare nello scaffale dei libri. Da una decina d'anni, infatti, le famiglie vivono nel Grande Fratello del registro elettronico, che di default traina l'acquisto di uno Smartphone all'affaccio delle medie. È stata proprio una mamma con l'urgenza di liberarsi dal ricatto a porre la questione al preside del Comprensivo Barsanti, che dopo averne discusso con il consiglio d'istituto, ha scritto questa circolare: dal 19 febbraio al 1 marzo i compiti saranno soltanto dettati in classe. Un esperimento che prova ad limitare la dipendenza dal cellulare, ma che ha anche un altro più importante fine educativo, non non soltanto per i ragazzi. "Il problema grosso che sta venendo fuori è che si ha la sensazione che debba essere tutto semplice, che anche risolvere piccoli problemi sia una cosa da non pretendere. Questo forse di tutto il discorso che è venuto fuori di questa banale circolare di una scuola di periferia di Firenze dell'Alto Mugello, è che si cerca sempre di più di deresponsabilizzare le persone adulti e piccini in nome della transizione al digitale". Come se, questo il ragionamento del dirigente, la tecnologia non fosse utile per vivere meglio o per perseguire gli obiettivi di crescita o di maturità, ma venisse considerata una specie di scorciatoia più comoda, più veloce. La riflessione si fa quasi filosofica, non sappiamo come andrà questa prova, ma le valutazioni e le osservazioni di questo mese sperimentale saranno elaborate dal Consiglio d'Istituto che deciderà poi se continuare o meno la strada della disconnessione, probabilmente con più consapevolezza.