Quello che gli uomini non dicono. Si chiama così la rappresentazione teatrale che vede sul palcoscenico del Teatro Franco Parenti di Milano artisti, cantanti e attori uniti nella battaglia contro i femminicidi, gli stupri e le violenze. Una scia di sangue che non si ferma e che viene posta al centro di uno spettacolo speciale condotto dalla direttrice Silvia Grilli e da Ambra Angiolini. "Quello che abbiamo voluto fare con numero, con questa serata straordinaria di Grazia, è far dire a tutti gli uomini che non è possibile che dicano "Io non c'entro", ognuno di loro c'entra e noi non possiamo continuare a parlare del dolore, delle morti, a leccarci le ferite tra di noi, abbiamo bisogno di un cambiamento." Ogni attore propone una lettura e dà voce ad un brano significativo, dalle violenze fisiche e psicologiche subite dalle detenute nelle carceri iraniane, a riflessioni sull'educazione e sull'indifferenza della società. "I genitori pur capendo nello stupore di trovarsi in casa un omicida, però c'è qualcosa che devono evidentemente recuperare, pensare, c'è qualcosa di sbagliato che non è solo in quella famiglia, ma è nella società stessa." Ma ci sono anche canzoni e monologhi, fra gli autori scelti Franca Rame, Alda Merini, Virginia Woolf, Oriana Fallaci fino al discorso di Malala alle Nazioni Unite e alla lettera dal carcere del Premio Nobel e attivista iraniana Narges Mohammadi. "Il punto è riuscire a capire i segnali che ci sono perché io non penso che queste cose avvengano per uno scatto d'ira o avvengano sul momento, sicuramente ci sono dei segnali e bisognerebbe cercare di aiutare le persone in difficoltà che possono arrivare a commettere certi tipi di atti, che non sono umani." "Non è questione di bravo o cattivo ragazzo, io penso che ci sia bisogno di comprendere le proprie emozioni e di imparare a gestire la rabbia e non è questione di contesto sociale dove si cresce.".