Partirà dalla casa di Giada Zanola e arriverà all'altezza del cavalcavia sulla A4 da dove è stata lanciata ancora viva. Vigonza la ricorderà così, ripercorrendo il suo ultimo viaggio perché quel che è certo, ad oggi, è che la donna era ancora viva quando è stata spinta dal ponte. Per sapere se è stata drogata o avvelenata bisognerà aspettare i risultati degli esami tossicologici che arriveranno tra un mese circa, ma quello che si ipotizza è che non fosse lucida, forse priva di sensi, quando è volata giù. Secondo i primi risultati dell'autopsia, Giada non è stata strangolata e non ci sono ferite di arma da taglio ma alcuni lividi confermerebbero percorse precedenti di un paio di giorni. L'ex compagno, Andrea Favero, in carcere prepara la sua difesa. Non ha ripetuto davanti al Pubblico Ministero quelle prime parziali ammissioni fatte agli agenti della polizia penitenziaria su quanto accaduto alle 3:30 della notte tra martedì e mercoledì. Poche parole in cui di fatto confessava parzialmente di averla sollevata oltre le ringhiere. Intanto le indagini sono concentrate da una parte sullo smartphone dell'uomo per verificare l'eventuale presenza di video di natura sessuale con cui avrebbe potuto ricattare la ex e sulla ricerca del telefono di Giada che pare svanito nel nulla.























