Era una notte caldissima di fine luglio, era una notte passata come tante in un locale con l'amica del cuore, quella a cui chiedi di dormire da te perché sei sola nella casa di Cologno Monzese alle porte di Milano e i tuoi genitori sono al mare. Era una notte che immortali con una foto quando rientri a casa che diventa una storia Instagram, l'ultima prima di andare a dormire. L'ultima storia di Sofia Castelli 20 anni uccisa nel sonno quella notte dal suo ex fidanzato Zakaria Atqaoui che era entrato in casa con le chiavi, si era nascosto in un armadio, aveva preso il coltello in cucina e aspettato per sei ore per poi colpirla brutalmente. Senza che Sofia abbia avuto il tempo di rendersene conto, senza che la sua amica Aurora nella stanza vicina sentisse nulla. Zakaria è stato fermato e arrestato quella notte, ha confessato, ha raccontato di una storia d'amore finita, della sua paura che lei vedesse un altro e della decisione di fargliela pagare. Ora che il processo è iniziato davanti alla corte di Assise di Monza e che le accuse per lui sono di omicidio aggravato dalla premeditazione dai futili motivi e dall'uso del mezzo insidioso perché si era nascosto nell'armadio, il suo legale fa sapere che Zakaria vuole chiedere scusa, quando sarà possibile farlo, e si riserva la possibilità di chiedere una perizia psichiatrica. Non ho ancora alcuna documentazione medica con indicazioni sulla salute mentale del mio assistito, fa sapere l'avvocato in attesa della prossima udienza il primo marzo, quando potrebbe esserci già la discussione con la requisitoria del PM, gli interventi dei legali di parte civile e l'arringa difensiva.