Stop Femminicidi, fendenti al collo per uccidere Ilaria Sula

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2 giorni fa

Violenti fendenti al collo. Ilaria Sula sarebbe morta così uccisa dal suo ex fidanzato Mark Antony Samson in questo appartamento dove il ventitreenne, di origini filippine, abitava insieme ai genitori. Il ragazzo, reo confesso, dopo il lungo interrogatorio nella Questura di Roma, è ora nel carcere di Regina Coeli e i PM, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, chiederanno al GIP di convalidare il fermo, contestando al ragazzo l'omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e l'occultamento di cadavere. Interrogatorio di convalida, che servirà anche per fare luce sui lati ancora oscuri e sui quali ancora si sta indagando. Ad iniziare dalla posizione dei genitori di Mark, dall'arma del delitto, che il ragazzo ha detto di aver gettato in un cassonetto, dal cellulare di Ilaria dal quale avrebbe continuato a inviare messaggi per depistare le indagini. Il ventitreenne si è invece avvalso della facoltà di non rispondere proprio in relazione al ruolo ricoperto dai genitori che al momento non risultano iscritti nel registro degli indagati. Una telecamera di videosorveglianza ha immortalato nel pomeriggio del 26/03 il passaggio dell'auto con cui Mark ha trasportato il cadavere di Ilaria, dall'appartamento di via Homs fino al dirupo di Poli, a 40 chilometri dalla capitale, dove il corpo della ragazza è stato trovato in una valigia. L'ultimo messaggio vocale della studentessa risale invece alla sera del 25/03, quando si sono perse le sue tracce. Il lavoro degli investigatori, è ora dunque finalizzato a ricostruire le 22 ore intercorse tra la scomparsa della giovane al momento in cui è stato abbandonato il corpo. Mentre si moltiplicano le manifestazioni di solidarietà per la ventiduenne, studentessa di statistica dell'Università La Sapienza, come questa di fronte alla sua facoltà, dove migliaia di ragazze hanno scandito: ci vogliamo vive.