Uno squarcio di verità possibile in una coltre di nebbia durata troppo tempo. Iniziata a quel 2 agosto 1980 quando 85 persone morirono e altri 200 rimasero feriti per effetto dell'esplosione di una bomba alla stazione centrale di Bologna. La più grave strage della storia repubblicana. La Corte d'Assise di Bologna ha confermato la condanna all'ergastolo per l'ex componente di avanguardia nazionale ed ex terrorista nero Paolo Bellini, accusato in concorso con gli ex dei nuclei armati rivoluzionari, Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, già condannati in via definitiva tra la fine degli anni 90 e il 2017. Nomi ai quali va aggiunta anche quello di Gilberto Cavallini, anche egli condannato all'ergastolo e per il quale si aspetta ora il verdetto della Cassazione. Ci sono poi i nomi di Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario tedeschi tutti deceduti e quindi non imputabili ritenuti a vario titolo mandanti, finanziatori e organizzatori della strage di Bologna. Secondo la procura i Nar non furono infatti i soli ad agire ma vi fu un impianto generale al quale partecipo l'intera galassia dell'estrema Destra eversiva di quegli anni insieme alla massoneria e i servizi segreti deviati. Una giornata storica secondo i familiari delle vittime. "È stata una battaglia proprio per la verità completa e la diciamo riscrittura politico criminale della nostra, della storia di questo Paese". Oltre alla conferma dell'ergastolo di per Bellini la Corte d'Assise di Appello di Bologna ha ribadito la colpevolezza anche degli altri due imputati: si tratta dell'ex Capitano dei Carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio e condannato nuovamente a sei anni, e Domenico Catracchia, ex amministratore di condominio di via Gradoli a Roma, condannato a quattro anni con l'accusa di aver fornito false informazioni al Pubblico Ministero con lo scopo di fuorviare le indagini. E la lunga strada della verità giudiziaria sulla strage di Bologna l'8 luglio del 2024 potrebbe rivelarsi una data spartiacque.