L'unico operaio estratto vivo dall'impianto della rete fognaria di Casteldaccia e arrivato in condizioni disperate al Policlinico di Palermo è uscito dalla terapia intensiva e proseguirà le cure in un reparto specializzato di medicina interna. "Il paziente mostra incoraggianti segni di recupero anche di quella che era la disfunzione neurologica iniziale legata al trauma che ha subito. Dal punto di vista respiratorio emodinamico è stabile ed è il motivo per cui abbiamo sciolto la prognosi. Sarà un recupero lungo ma che ci ha soddisfatto dal punto di vista umano e professionale perché il risultato non era atteso, quando lo abbiamo ricevuto in terapia intensiva". Unico sopravvissuto nella squadra di sei uomini entrati nell'impianto a sei metri di profondità estratto per primo dai Vigili del Fuoco quando era già privo di sensi ed immerso nella vasca di liquami, l'operaio incontrerà presto la dottoressa Ippolito che gli ha prestato sull'ambulanza le prime fondamentali cure che forse gli hanno salvato la vita. "Di fronte all'emergenza e al pericolo imminente di vita devono essere degli specialisti della area intensiva e dell'area critica che devono soccorrere i pazienti che si trovano in queste condizioni. Li, il percorso è stato determinante. Una sequenza temporale proprio rapidissima, il paziente estratto fuori da Vigili del Fuoco, l'anestesista rianimatore lo ha intubato e ventilato prontamente. La nostra terapia intensiva poi con tutte le specialità radiologiche e tac ha permesso di guardare il quadro drammatico ahimè che c'era anche come dicevo di annegamento, chiamiamolo così polmonare, e poi tutte le altre terapie che con la collaborazione degli altri specialisti hanno portato in questo momento a questo risultato di stabilità delle funzioni vitali".