Il primo indagato dell'inchiesta sul tragico incidente costato la vita a 5 operai è il titolare della Quadrifoglio, la ditta incaricata dei lavori nella condotta fognaria di Casteldaccia. L'accusa è omicidio colposo plurimo, un atto dovuto in vista delle autopsie che si terranno al Policlinico di Palermo, lo stesso ospedale in cui resta ricoverato in condizioni critiche Domenico Viola, l'unico estratto vivo dai Vigili del Fuoco. Se dovesse riprendere conoscenza potrebbe spiegare perché gli operai, che avevano ricevuto incarico di lavorare sulla strada, siano invece scesi in quel pozzetto a 6 metri di profondità, dove in pochi minuti sono stati intossicati dalle esalazioni dell'idrogeno solforato, una sostanza che si sprigiona dalla decomposizione dei liquami, e perché non abbiamo usato le indispensabili protezioni di cui non è stata trovata traccia, come ribadito subito dopo la tragedia dai soccorritori. "Non abbiamo trovato nulla addosso." Mascherine e respiratori non erano nemmeno sul furgone con il quale gli operai erano arrivati per effettuare i lavori per conto dell'Amap, una delle aziende partecipate del Comune di Palermo, che aveva affidato l'incarico ad una ditta, la quale a sua volta aveva subappaltato i lavori alla Quadrifoglio. Un sistema quello dei subappalti a piccole aziende, come denunciano i sindacati, che ha come conseguenza la mancanza di controlli su chi e come esegue i lavori e la totale assenza di formazione. Da quanto emerge dalle indagini, sembra che gli operai coinvolti in questa ennesima strage sul lavoro, non avessero le competenze necessarie.























