Ci sono sei indagati nell'inchiesta della Procura di Crotone sul naufragio del 26 febbraio al largo di Steccato di Cutro. Se ne conoscono al momento solo tre: il tenente colonnello Alberto Lippolis, comandante della Roan della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, l'operatore di turno la notte del naufragio Antonino Lopresti, dello stesso reparto, e il comandante del Gruppo Aeronavale di Taranto, colonnello Nicolino Vardaro. La Procura ha disposto nei loro uffici perquisizioni e sequestro di cellulari e computer per ricostruire quanto accadde nelle ore precedenti la tragedia costata la vita a 94 vittime accertate, tra cui 35 bambini, e un numero tutt'ora imprecisato di dispersi. Dopo la segnalazione dell'aereo di Frontex che avvistò la barca a 40 miglia dalle coste calabresi alle 23:00 del 25 febbraio e la comunicazione inoltrata alle sale operative di Guardia di Finanza e Comando generale della Guardia Costiera, gli ufficiali delle Fiamme Gialle assicurarono che una motovedetta era stata inviata in soccorso della barca ma in realtà i mezzi risultano fermi in porto quella notte. E quando all'alba le motovedette della Guardia Costiera uscirono per soccorrere l'imbarcazione era già troppo tardi, il carico si era schiantato sugli scogli. 80 persone riuscirono a salvarsi, 94 corpi senza vita furono restituiti dal mare nei giorni e nelle settimane seguenti, insieme alle assi di legno della barca distrutta, in una distesa di abiti, giocattoli, zainetti, oggetti che i profughi avevano portato con sé nella traversata finita in tragedia.