Tablet, telefoni cellulari, computer di servizio: tre ufficiali della Guardia di Finanza iscritti nel registro degli indagati, altri tre nomi sono coperti da omissis. I magistrati della Procura di Crotone procedono a passo spedito per cercare di far luce sulla strage di migranti a Cutro costata la vita, nella notte tra il 25 e 26 febbraio, a 94 persone. 30 ancora i dispersi i cui corpi non sono mai stati recuperati. Ritardi, omissioni, comunicazioni false o frammentate da parte della Finanza e della Guardia Costiera che, stando a quello che si legge nelle carte dell'inchiesta, avrebbe comunicato ai colleghi che stavano operando alla ricerca del caicco segnalato dall'aereo di Frontex la loro disponibilità a coadiuvarli nelle ricerche nei soccorso con i loro mezzi che erano pronti a prendere il largo. Offerta che sarebbe stata rifiutata. Perché? Si chiedono i magistrati. Inoltre, stando ai dati che sono stati incrociati, la motovedetta della Guardia di Finanza avrebbe dichiarato di essere in mare da tempo alla ricerca dell'imbarcazione quando invece risultava ancora all'interno del porto. L'ipotesi di reato nei confronti degli indagati è pesante: omicidio colposo in conseguenza di altro reato, ovvero l'omissione di soccorso.