Sette ostaggi israeliani sarebbero morti in seguito ad un bombardamento della IDF all'interno della Striscia di Gaza, ad annunciarlo e Abu Obeida, il portavoce delle Brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas, senza però precisare dove e quando gli ostaggi avrebbero perso la vita. Una notizia, se vera, che aumenterebbe le frizioni tra il movimento islamista palestinese e lo Stato ebraico dopo la strage che ha visto morire oltre 100 sfollati nel nord della Striscia mentre assaltavano i tir di aiuti umanitari, per accaparrarsi un pezzo di pane. Un fatto gravissimo che per Hamas metterebbe a rischio i negoziati per portare avanti un accordo tra le parti e che ha suscitato l'indignazione della comunità internazionale. "Una carneficina inaccettabile", l'ha definita il capo della diplomazia europea Josep Borrell, mentre il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, ha chiesto di avviare un'indagine indipendente per appurare le circostanze di quanto successo giovedì, la Turchia punta il dito contro l'occidente, complice, dice presidente turco Recep Tayyip Erdogan, del bagno di sangue a Gaza, per il Brasile è tempo di evitare nuovi massacri. Intanto, a sorpresa, Israele ha liberato circa 50 detenuti palestinesi che erano stati arrestati dopo il 7 ottobre, una decisione, pare, giunta in seguito ad un sovraffollamento nelle carceri, ma il ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, sostiene che le scarcerazioni siano state decise dallo Shin Bet come gesto di distensione in vista del Ramadan, una mossa, a suo parere, errata essendo avvenuta nel giorno in cui due ebrei sono stati uccisi in un attentato in Cisgiordania.