Un gesto d'impeto, questo racconterebbe la scena del crimine. La confusione oltre le serrande dell'appartamento di via Ichnusa a Nuoro, dove Roberto Gleboni ha aperto il fuoco. I corpi trovati in luoghi diversi. Giusy Massetti, la moglie, in corridoio. Martina, la figlia di 25 anni, in camera. Le tracce potrebbero fare intendere una possibile discussione tra i tre. Poi Gleboni spara ai figli, il più piccolo morirà in ospedale. Il 14enne è l'unico testimone della tragedia. È lui a chiamare il 112 dopo che il padre esce. La telefonata è confusa, qui sono tutti morti, le sue parole al call center. Ed è il ragazzo ad aprire la porta ai carabinieri, riferendo che quella mattina nella sua casa urlavano tutti. Il 14enne colpito di striscio, il vicino, Paolo Sanna, freddato sulle scale, stava tornando a casa dopo aver riattaccato la corrente. Le telecamere immortalerebbero Gleboni con la pistola in mano per strada, poi salire in auto. Tutto d'un fiato il viaggio verso la casa della madre, 84 anni, ora in ospedale. Cambia il caricatore, colpisce anche lei alla testa. L'arma sarebbe però stata trovata in un cassetto, la madre vista uscire in sedia a rotelle, quindi potrebbe essere stata la donna a riporre la pistola con cui Gleboni ha compiuto la strage, per poi suicidarsi, forse, per proteggerlo. Morto anche lui con un colpo alla testa, seduto al tavolo. Gli inquirenti cercano da giorni un movente. Tra le tante persone ascoltate emergerebbe il profilo di un padre possessivo e votato al controllo della propria famiglia. Una vita forse immaginata così come lui avrebbe voluto per la figlia concepita giovanissimi. Giusy Massetti non aveva ancora compiuto 18 anni, si è sempre dedicata alla famiglia senza raggiungere la propria indipendenza economica, magari un elemento di disagio. Dalle parole del figlio sopravvissuto ascoltato dagli inquirenti, complicato sapere quale fosse il rapporto tra i genitori. Gli esami autoptici hanno delineato meglio la dinamica dei fatti, già chiara agli investigatori. In attesa anche del quadro patrimoniale e delle cartelle cliniche della famiglia. Scrupolo, cercando il movente di un gesto folle, qualunque sia, sarà sempre difficile da comprendere.