"Omissioni gravi, gravissime, reiterate negli anni nella gestione della sicurezza sono state la causa della strage di Viareggio". Parla così davanti ai giudici di Firenze il sostituto procuratore di Lucca, Salvatore Giannino, mentre formula le richieste di condanna nel processo d'appello bis per il disastro ferroviario del 29 giugno 2009, in cui un treno cisterna, contenente GPL, deragliò nei pressi della stazione della cittadina toscana, provocando un'esplosione e un incendio che uccise 32 persone e ne ferì un centinaio. 16 in totale gli imputati accusati di disastro ferroviario, per i quali la pubblica accusa ha chiesto la conferma delle condanne combinate in secondo grado. Sebbene rideterminandole dopo che la Cassazione ha dichiarato prescritto il reato di omicidio colposo plurimo. La Procura Generale ha anche chiesto di non concedere le attenuanti generiche agli imputati tedeschi e austriaci perché, per l'accusa, si sarebbero macchiati di colpe gravi che causarono quello che definiscono un'immane disastro, omettendo controlli e manutenzione sui convogli ferroviari. 6 anni e 9 mesi la richiesta di condanna per Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato RFI, condannato a 7 anni nel primo appello in cui, a differenza di quanto fatto in questo procedimento, aveva rinunciato alla prescrizione. 5 anni e 9 mesi invece sono stati chiesti per l'ex AD di Rete Ferroviaria Italiana, Michele Elia. Anche per tutti gli altri imputati, rispetto alle precedenti pene, la Procura Generale ha formulato richieste di condanna ribassate al massimo di sei mesi, nonostante l'intervenuta prescrizione di un reato. In aula, come sempre, era presente una rappresentanza dei familiari delle 32 vittime. La sentenza d'appello bis, a 13 anni da una strage ancora senza verità giudiziaria, è attesa dopo l'estate.























