A due settimane dalla tragedia del Mottarone in cui hanno perso la vita 14 persone, a Stresa si cerca di tornare lentamente alla normalità, con le barche che accompagnano i turisti sul Lago Maggiore davanti alla funivia che proprio qui dal lago parte e che resta sotto sequestro, perché è in queste stazioni e lungo le funi che si cerca la verità. Lunedì l'Ingegner Chiandussi del Politecnico di Torino in qualità di consulente della Procura di Verbania effettuerà un nuovo sopralluogo per capire come la cabina caduta nel vuoto potrà essere rimossa dal pendio e portata in sicurezza lasciandola intatta per poterla analizzare a fondo. Bisognerà prestare particolare attenzione al carrello montato sulla vettura perché è da lì che passano le funi. La parte anteriore di questa struttura in ferro è conficcata nel tronco di un albero che ne ha fermato la corsa, quindi, al momento è impossibile effettuare rilievi su quella parte della cabina, porzione sensibile ai fini probatori per comprendere le cause ancora sconosciute del tranciamento della fune traente. Le prossime mosse degli inquirenti sono indirizzate proprio verso lavori di manutenzione dell'impianto con la fune principale che era stata verificata 7 mesi fa, nel novembre del 2020. Lunedì, inoltre, la procura di Verbania vaglierà la possibilità di fare ricorso al Tribunale della Libertà di Torino contro la decisione del GIP di non convalidare i fermi dei tre indagati: due sono a piede libero, il terzo, Gabriele Tadini capo-servizio della funivia, è invece agli arresti domiciliari dopo la missione di aver disattivato di proposito il freno d'emergenza per permettere all'impianto di rimanere aperto.