La didattica a distanza non è una soluzione accettabile, può essere un momento di emergenza, ma non può essere qualcosa di duraturo perché manca tutto quel lato che rende la scuola una comunità. Vogliono rientrare a scuola, chiedono di tornare sui banchi, basta alla didattica a distanza. La socialità è una cosa importante per noi, l'uomo è un animale sociale dice Aristotele. Noi vogliamo una scuola aperta e in sicurezza, per il momento purtroppo questa cosa non si è verificata. 200 studenti, rappresentanza di 30 istituti superiori, hanno manifestato davanti al Ministero dell'istruzione. Noi in qualche modo siamo tristi di essere qua perché dovevamo essere nelle nostre aule a vedere i nostri compagni e i nostri professori, eppure, ancora una volta viene slittato il rientro. Questo vuol dire che non siamo ascoltati, questo vuol dire che non siamo considerati una priorità. Facciano degli investimenti nel lungo periodo per cambiare la scuola. Prima di venire qui molti avevano partecipato alle cene all'aperto, come al liceo Cavour, dove si è svolto un incontro con il direttore dell'Espresso Marco Damiano, o al Virgilio. Ho fatto una lezione di filosofia all'aperto e perché nella scuola bisogna trovare per farla andare avanti un equilibrio di libertà e sicurezza. Lei si immagini tornare a scuola e la mattina alle 8:00 trovarsi con 3 gradi, con le finestre tutte aperte spalancate, seduti al Banco per 6 ore consecutive. In un'intervista radiofonica la ministra Azzolina ha detto di essere dalla parte degli studenti e di aver fatto tutto il possibile per la riapertura delle scuole. Il recovery fund destina poco più dell' 1% dei suoi fondi ai giovani e questa cosa è inaccettabile, anche perché dovremmo essere noi a pagare quei debiti.