Due volte lo stesso reato fanno un recidivo, tre volte un seriale. E ciò di cui sono convinti gli agenti del Commissariato San Giovanni, che hanno arrestato, a distanza di un mese dall'ennesimo stupro, il 39enne romano Simone Borgese. Violenza sessuale aggravata ai danni di una 26enne adescata alla fermata del bus di Via della Magliana. Che ora descrive l'incubo in cui si è sentita intrappolata e fare un appello: "Non abbiate paura, denunciate", dice a tutte le ragazze che hanno subito abusi. L'uomo era stato condannato con sentenza definitiva a 7 anni e mezzo per aver stuprato una tassista nel 2015. Per quel reato era uscito dal carcere di Rieti nel giugno del 2022, per essere condannato nuovamente in primo grado a 2 anni e 10 mesi nel novembre 2002, per molestie sessuali avvenute in un ascensore nel giugno 2014, ai danni di una ragazza 17enne che l'aveva riconosciuto quando aveva visto la sua foto sui giornali. Ora il GIP ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare. Ai domiciliari. Il sospetto della Procura è che si tratti di un vero e proprio stupratore seriale, che negli ultimi due anni ha circolato liberamente per la capitale. L'aggressore approfitto ogni volta della buona fede delle proprie vittime. Come è successo l'8 maggio scorso, quando una studentessa 26enne in attesa dell'autobus di sera in Via della Magliana si è lasciata convincere a salire in auto per aiutare una persona in apparente difficoltà. Un tranello, come era successo in entrambi gli altri casi riconducibili a Simone Borgese. Che almeno le ultime due volte sembra aver scelto il giorno e il mese della violenza: l'8 maggio. 9 anni fa come quest'anno. Per gli investigatori potrebbe non essere una coincidenza.























