I sette egiziani, tre minorenni e quattro maggiorenni accusati di aver stuprato una ragazza di 13 anni e costretto il fidanzato a guardare, la sera del 30 gennaio scorso, all'interno dei bagni pubblici della villa Bellini di Catania, compariranno davanti al giudice per l'udienza di convalida del fermo. Il branco è stato bloccato dai carabinieri del comando provinciale dopo la denuncia presentata dalla ragazza e dal fidanzato. La 13enne da dietro ad un vetro ha riconosciuto i due che hanno abusato di lei, mentre gli altri cinque sono stati identificati dal ragazzo, uno dei sette che non ha abusato della giovane, ma ha assistito alla violenza, ha collaborato con gli investigatori indicando i nomi di tutti, uno di loro è stato fermato mentre tentava di scappare da Catania. I sette, quando sono arrivati clandestinamente in Italia, erano tutti minorenni non accompagnati e per questa ragione non sono stati rimpatriati ma ospitati in centri di accoglienza per minori del capoluogo etneo, adesso sono in carcere in attesa della convalida del fermo. Per il sindaco di Catania Enrico Trantino in città esiste un problema di sicurezza e aggiunge: è come se tutta la città fosse stata violentata. "Noi abbiamo un problema di sicurezza che più abbiamo rappresentato a Palazzo Chigi e anche al ministro dell'interno. È come se la città intera fosse stata violata con questo gesto volgare, vile e vigliacco di questi ragazzini nei confronti di una cittadina della nostra comunità. Tengo anche a precisare che sono fatti che a Catania molto difficilmente si verificano, fatti di molestie sessuali e violenze sessuali sono alquanto inconsueti nella nostra città, quindi quello che è accaduto io mi auguro venga punito severamente dell'autorità giudiziaria, io ringrazio i carabinieri per l'immediato intervento che hanno compiuto, che ha consentito di risalire agli orrori del fatto o meglio ai presunti autori del fatto e quindi adesso attendiamo di conoscere gli sviluppi".