Agli atti della Procura di Palermo oltre alla denuncia della vittima arrivata poche ore dopo lo stupro di gruppo c'era il video delle violenze riprese con un telefonino. Le intercettazioni tra i sette componenti del branco e soprattutto i messaggi che si sono scambiati quella notte tra il 6 e il 7 luglio di un anno fa. "Eravamo 100 cani su una gatta, una cosa che ho visto solo nei video porno." Scriveva uno di loro vantandosi della superiorità numerica degli aggressori rispetto alla vittima. Tutti elementi ora alla base della richiesta di condanna pesantissima nonostante il rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena formulata dai magistrati di Palermo, 12 anni di carcere per cinque di sei imputati, accusati di stupro di gruppo nei confronti di una diciannovenne fatta ubriacare e violentata in un cantiere del Foro Italico a Palermo nel luglio del 2023. Una violenza brutale che coinvolse anche un minorenne già processato e condannato a 8 anni e 8 mesi, e un settimo giovane per cui i magistrati hanno chiesto 10 anni e 8 mesi. Avrebbe assistito agli abusi ma non vi avrebbe materialmente preso parte. La ragazza aveva incontrato il gruppo in un locale della Vucciria, zona della movida di Palermo, conosceva uno solo di loro, un 22enne, accettò di sedere al loro tavolo poi fu fatta ubriacare e trascinata in una zona isolata violentata e picchiata, infine abbandonata al branco. Le Forze dell'Ordine erano arrivate pochi giorni dopo quando i sette erano stati arrestati. Nell'ultima udienza uno dei giovani aveva reso nota una lettera di scuse scritta alla mamma, alla sorella e alla fidanzata, per la giovane vittima però nemmeno una parola, tutti gli imputati attualmente in carcere si sono sempre difesi parlando di rapporti consenzienti, la sentenza è prevista per metà ottobre.