"A un certo punto della mia vita io ho dovuto scegliere se, trovandomi davanti a un bivio, volevo percorrere una strada che era più lunga ma portava all'inferno o se volevo invece scegliere una strada più breve che mi avrebbe portato qui a Basilea. Io ho scelto per questa seconda opzione." La donna che parla in questo video si chiamava Elena e ha registrato questo messaggio prima di morire, per sua scelta. Ha scelto di andarsene in una clinica Svizzera, accompagnata da Marco Cappato. "Avrei sicuramente preferito finire la mia vita nel mio letto, nella mia casa, tenendo la mano di mia figlia e la mano di mio marito. Purtroppo questo non è stato possibile e quindi ho dovuto venire qui da sola." Una diagnosi terribile, una malattia che le avrebbe dato un poco tempo, qualche mese, e una situazione che via via sarebbe diventata sempre più pesante. Nessun supporto che la tenesse in vita, poteva solo aspettare. "Ho deciso di di valutare la possibilità di terminare io la mia vita prima che lo facesse, in maniera più dolorosa, la malattia stessa." Dopo aver parlato con la famiglia, che l'ha sostenuta, è però incappata nella legge e quindi non ha chiesto loro di accompagnarla per via ha delle ripercussioni legali che avrebbero avuto, ma a Marco Cappato che ne ha Infatti annunciato la morte. Cappato ora rischia fino a 12 anni di reclusione. Il caso di Elena non rientra tra quelli contemplati dalla Corte Costituzionale in tema di suicidio medicalmente assistito. La donna infatti non era tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. Si tratta di uno dei quattro elementi previsti dalla sentenza 242 del 2019, dalla Consulta sul caso Cappato-Dj Fabo per l'accesso alla tecnica in Italia. Solo poche settimane fa un altro caso, quello di Federico conosciuto come Mario Carboni che è stato accompagnato alla dolce morte dopo aver ottenuto il via libera del Comitato Etico dell'Azienda Sanitaria delle Marche.























