La Pubblica Amministrazione va verso un graduale rientro a lavoro in sede, ovviamente se e quando l'unico criterio possibile, cioè la sicurezza dei dipendenti. Si attende una direttiva o una circolare per disciplinare il rientro negli uffici, partendo dal presupposto che lo smart working resta la via ordinaria di lavoro e lo sarà, come già annunciato dal Ministro della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone oltre la data del 31 luglio, in modo da coprire tutto l'autunno. Il provvedimento ministeriale punta a regolare un ritorno in sicurezza e con gradualità. Il testo dovrebbe uscire tra fine giugno inizio luglio, la trattativa sindacale è in corso e il ministro chiarisce: lo smart working va regolato molto attentamente, senza paletti rischia di accrescere distanze di genere, penalizzando in maggior parte le donne. Così, mentre si cerca il punto di equilibrio in una nuova modalità di lavoro, quella del futuro, si tenta anche di mettere un punto alle polemiche, soprattutto dopo le parole del sindaco di Milano Sala, che invitava a tornare al lavoro lasciando intendere in maniera impropria, come poi ha chiarito, che lo smart working non lo fosse stato. Adesso cerca di spiegarsi meglio e punta sulla regolamentazione. "Non è solo una grande opportunità" dice "ma rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma dell'organizzazione del lavoro e dovrebbe rientrare tra i diritti dei lavoratori nella nuova era digitale, in un possibile ripensamento adeguato ai tempi, dei diritti e dei doveri in generale. Forse, insomma", dice Sala "un nuovo statuto dei lavoratori". Come ogni grande cambiamento del resto servono regole e chiare, ma il futuro è già qui.