Davanti ai magistrati arrivano le prime ammissioni di Paolo Bellini, collegato dal carcere in videoconferenza per le misure anti Covid, il funzionario dell'ATM, Azienda dei Trasporti del comune di Milano, considerato dalla Procura l'uomo chiave del sistema di tangenti per i lavori di manutenzione della metropolitana, è stato sentito per tre ore dal GIP, Lorenza Pasquinelli, alla presenza del PM Giovanni Polizzi. E ha risposto alle domande sugli otto appalti di forniture, tra cui quello da oltre 100 milioni di euro sui sistemi di segnalazione automatica della Verde, la Linea Due della Metro. Secondo gli inquirenti, Bellini, ora sospeso da ATM, aiutava le ditte amiche, avvisando in anticipo in caso di ispezioni e coprendo le molte irregolarità riscontrate. È accusato di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d'asta. Nel registro degli indagati sono finiti 30 tra manager e dipendenti di varie aziende. Secondo i PM, la corruzione non è stata soltanto una questione di soldi, ma ha avuto ricadute importanti sulla manutenzione e sui rischi cui l'intero sistema di tangenti ha esposto i passeggeri per anni. La frequenza delle frenate d'emergenza fuori controllo e le continue vibrazioni dei vagoni sono solo alcuni esempi di quello che ultimamente si verificava soprattutto sulla Linea Due. Secondo i Giudici, una diretta conseguenza della copertura che Bellini dava alle ditte amiche, avvisando in anticipo in caso di ispezioni e chiudendo un occhio sugli operai non qualificati. Il funzionario, nei suoi 25 anni di attività nell'azienda, avrebbe truccato gare pubbliche in ATM in cambio di mazzette e di lavori in subappalto per imprese che manovrava in nero, divenendo di fatto monopolista nel settore della manutenzione.