Il Parco del Colosseo pensato dal Ministro della cultura, Dario Franceschini, non si farà. Lo ha deciso il TAR che ha accolto il ricorso del Comune di Roma. Il nuovo ente, con una sua autonomia finanziaria, avrebbe dovuto gestire l’Anfiteatro Flavio, la porzione del foro romano di competenza del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Palatino e la Domus Aurea, i gioielli redditizi della Capitale che ogni anno fruttano milioni di euro. Il Colosseo, con i suoi quasi 6,5 di visitatori, solo nel 2016 ha fatto incassare poco meno di 60 milioni di euro. Il Campidoglio, ovviamente, canta vittoria e il sindaco Virginia Raggi non ha esitato a commentare su Twitter: “hanno vinto i cittadini, bene TAR, sconfitto tentativo Governo, Roma resta di tutti”. Anche il Ministro Franceschini ha scelto i social per dire la sua, annunciando che impugnerà la sentenza anche perché non si spiega come mai il Parco del Colosseo, giuridicamente identico agli altri 31 proposti in Italia, ha avuto questa sonora bocciatura. Nel ricorso presentato dalla Giunta Raggi viene chiamato in causa l’accordo siglato nel 2015 tra Franceschini e l’allora Sindaco Marino. Il Ministro dei beni culturali e l’ex Primo Cittadino di Roma firmarono un protocollo per arrivare progressivamente ad una gestione comune dei fori. Oggi, infatti, la porzione vicino ai Mercati di Traiano spetta al Campidoglio mentre il resto è di competenza statale. Secondo la Giunta pentastellata, la creazione del parco del Colosseo violerebbe appunto quell’accordo. Per il Ministero dei beni culturali, invece, il percorso disegnato per il Colosseo coincide con quello di tutti i monumenti di grande rilievo a cui è stata conferita autonomia gestionale. E se la Raggi esulta, ritenendo il Parco del Colosseo una scelta lesiva per le casse dell’Amministrazione comunale, lo fa pure la UILPA-BACT, in quanto il TAR ha accolto anche il ricorso del sindacato che aveva sollevato perplessità sugli aspetti organizzativi legati alla dislocazione dei dirigenti degli enti ministeriali.