Taranto, allarme benzene al quartiere Tamburi

L'ultimo allarme è arrivato dalla centralina dell'Arpa in via Machiavelli al quartiere Tamburi, che nella notte di venerdì scorso, ha registrato un picco anomalo di benzene. "Il benzene è una sostanza cancerogena. In California questo valore soglia viene fissato a 27 microgrammi a metro cubo orari e qui in un'ora invece abbiamo avuto nel quartiere Tamburi un dato che ha superato i 40 microgrammi." Alessandro Marescotti è il punto di riferimento degli ambientalisti tarantini. Fu lui nel 2008, con le analisi sul latte contaminato dalla diossina, a dare il via all'inchiesta Ambiente Svenduto. "Nessuna indagine, nessuna ricerca di carattere epidemiologico ci dà ancora la sicurezza che la situazione sia ritornata sotto controllo, anzi, vi sono dati che preoccupano, come le leucemie infantili. Abbiamo un intero quartiere, il quartiere Paolo VI in cui la speranza di vita sta diminuendo." Non è detto in questo caso che il picco di benzene derivi dall'attività del siderurgico, dove ad ogni modo, il processo di ambientalizzazione procede con grande fatica. "L'assenza di investimenti sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie evidentemente abbiamo anche ripercussioni dal punto di vista ambientale, ma soprattutto rispetto al futuro. Se davvero si vuole fare una transizione ecologica stiamo continuando a perdere tempo e crediamo che le risposte per la città e per i lavoratori." Lo Stato non è un bancomat, ha ammonito nei giorni scorsi il Ministro Urso ma per i sindacati solo la nazionalizzazione può salvare il siderurgico. "L'intervento pubblico e la nazionalizzazione può consentire un processo di transizione ecologica dove servono ingenti risorse per rilanciare questo stabilimento e di sicuro, come abbiamo visto, non la può fare una multinazionale.".