In testa al corteo i sindacati. "Noi speriamo, confidiamo nel fatto che il Governo ascolti il sindacato, per una volta, e salvi il salvabile perché siamo ad un passo dal dramma". Ma tra le sei mila persone che sfilano lungo il perimetro del siderurgico tarantino oltre ai lavoratori dell'indotto e gli autotrasportatori con i loro tir, ci sono anche le associazioni dei datori di lavoro. "Per la prima volta dopo 50 anni su questo territorio siamo imprenditori, sindacati e lavoratori tutti insieme. Questa la dice lunga perché quindi l'esasperazione è arrivata a un punto tale che nessuno più pone credibilità nei confronti dei nostri interlocutori". Garantire posti di lavoro e crediti, il messaggio da fare arrivare al Governo prima che sia troppo tardi. "Intanto arrivano le prime lettere di licenziamento". "Sì, proprio in questo momento dei lavoratori mi hanno mandato la lettera di licenziamento che hanno avuto dalla loro azienda per giustificato motivo, per mancanza di appalti, di ordini". Il siderurgico, intanto, con la produzione ridotta al minimo, arranca sempre più faticosamente aggrappato ormai all'unico altoforno rimasto acceso. "Via immediatamente da Taranto ArcelorMittal perché hanno creato un disastro sociale a Taranto, cioè tutti questi lavoratori che stanno qui in strada sono tutti i lavoratori che hanno perso la dignità, hanno perso il posto di lavoro, hanno gli stipendi pignorati, vogliono andare a lavorare e non posso andare a lavorare. Lo stabilimento è stato completamente fermato. Quindi a chi stanno aspettando di cacciarli via?".