Si può dire che tutto inizia da qui da questa Masseria 16 anni fa. "Assolutamente sì, il processo ambiente svenduto parte da questa Masseria quando nell'ormai lontano 2008 viene certificata la presenza di diossina nei nostri terreni e di conseguenza nei nostri animali che nel dicembre di quello stesso anno vengono abbattuti. Da allora, è cessata definitivamente la nostra attività lavorativa, un'attività storica di famiglia, quella di agricoltori ed allevatori". Vincenzo Fornaro è uno dei simboli della battaglia di Taranto contro i veleni dell'Ilva, anni di lotte e rivendicazioni che rischiano ora di essere cancellati dalla decisione della Corte d'Appello. Da che si era certificata e cristallizzata una situazione con nomi e cognomi dei responsabili dell'inquinamento non solo dei nostri terreni e dei nostri animali ma dell'avvelenamento dell'intera città di Taranto quindi finalmente si era messo un punto fermo, ci ritroviamo stamattina come nel gioco dell'oca si ritorna al via, tutti innocenti, tutti limpidi. Sembra che abbiamo passato 16 anni di niente, 16 anni di lotte cancellate con un colpo di spugna". Si riparte da zero dunque, e da Potenza dove non c'è il rischio questa almeno la ratio del trasferimento di condizionamenti ambientali; ma sul nuovo eventuale processo incombono sin da ora i tempi inesorabili della prescrizione. "Noi sicuramente non ci arrendiamo non possiamo arrenderci perché tradiremmo noi stessi in primis, no assolutamente. Quindi è chiaro che ripartiamo con più convinzione con più forza di prima. Chi ha causato questo scempio la deve assolutamente pagare".