"Si, mi è capitato che me l'hanno chiesto. Ho detto signora ce l'ho, se vuole glielo faccio vedere. Questo è il mio Green pass, questo è il mio nome e cognome e questo è il mio Green pass". L'obbligo è di possederlo ma non di esibirlo ai clienti. Da venerdì i tassisti, per lavorare, devono essere provvisti di Green pass. Per la maggior parte si tratta di liberi professionisti, quindi il controllo a campione è responsabilità della Pubblica Amministrazione, per esempio attraverso la polizia locale. Per i dipendenti, un centinaio a Milano, la verifica aspetta alle cooperative. Accade che il cliente lo richieda, mentre per chi sale non ci sono obblighi. "Mi è capitato ieri una signora. Le ho detto sì signora, ho il Green pass. Le ho fatto vedere, ah brava brava. Basta". "Come io devo dimostrare, diciamo, tutela verso il prossimo, anche il tassista spero che dimostri tutela verso i suoi utenti". "Io sono vaccinato, per cui io mi sento protetto di mio". "Viaggiamo insieme, anche se il loro lavoro, per loro e per noi. Per loro soprattutto, che sono in mezzo alla strada". Il Satam, il sindacato milanese dei tassisti, spiega che la categoria rispecchia le percentuali nazionali. I non vaccinati sono un numero esiguo, per lavorare viene loro richiesto il tampone. "Non mi sembra giusto che per andare a lavorare una persona debba avere per forza un Green pass. Anche se io sono vaccinato". Dal sindacato di categoria l'intenzione di creare un adesivo da incollare al taxi, facoltativo, ad indicare l'immunità del conducente. C'è chi va oltre. "Io potrei fare altrettanto anche col cliente però, questo è vietato, però..." "Lei vorrebbe che ci fosse anche questa regola?" "Io sì, Io sì. Per sentirmi più sicuro, dico la verità". "Io vorrei vedere la vaccinazione obbligatoria per tutti, faremo molto prima".