Individuare nuove strade, realizzare progetti sulla base di idee a cui nessuno aveva pensato prima. L'innovazione passa per la creatività ed è proprio questo uno dei temi al centro della seconda giornata di TECH-EMOTION. Un evento che ha riunito insieme, nella cornice del Talent Garden Calabiana Milano, imprenditori, ospiti di rilievo internazionale, filosofi, chef, artisti e designer. Questa idea nasce due anni e mezzo fa, quindi il mondo era completamente diverso, con l'idea di accendere un faro sul potenziale dell'Italia; raccontare all'Italia, agli italiani, al mondo, e mettere l'essere umano al centro dei processi di sviluppo. Uno sviluppo che, in alcuni settori tecnologici, sta già iniziando a dare i suoi frutti. In questo momento, il mercato è molto positivo e le realtà che stanno crescendo e si stanno sviluppando su software sono tante. In Italia come in Europa, si sta finalmente parlando come dire di un mercato digitale europeo che come traiettoria di sviluppo, in molti ambiti, va più veloce di quello americano. La tecnologia, dunque, al centro dell'innovazione: ma lo sviluppo digitale e tecnologico, questa è la riflessione che emerge, deve essere sempre il mezzo mai il fine della creazione. Penso che tutta la tecnologia è possibile: quella più avanzata alla fine è lì per aiutare, per aiutarti a perfezionare la nostra strada e sicuramente per questo aiuta molto anche a risolvere tanti problemi. Ma essendo il compito la perfezione, a me interessa molto invece il tema dell'imperfezione che quella che rimane. Se dobbiamo lavorare sull'emozione o su quel che rimangono, qual è il capitale umano? L'uomo appunto. Le persone devono rimanere sempre al centro di tutto come ha sottolineato anche Philippe Stark, ospite di Cassina Tech-Emotion. Se la tecnologia cambia il mondo? Sì, ma non si tratta di un cambiamento; è semplicemente il mondo che continua e noi stiamo attraversando un'era tecnologica così come c'è stata un'era industriale, la preistoria e via dicendo. La vera sfida è evitare la perdita di senso. Dunque, bisogna assolutamente servirsi di tutti i mezzi, i più moderni e i più antichi; non ha importanza, pur di conservare il senso: sapere perché facciamo le cose.